Cronaca / Tirano e Alta valle
Giovedì 23 Maggio 2019
«Gli alpini, il mio sogno»
Un tema che vale un assegno
Villa di Tirano, al concorso delle Penne Nere hanno partecipato 36 alunni. La borsa di studio a Giovanni Valbuzzi: comprerà i libri per le superiori.
«Gli alpini sono stati e sono tuttora persone speciali, non si fanno attendere nei momenti del bisogno, dalle guerre mondiali alle missioni di pace, durante le calamità naturali. Rifletti sul loro spirito e contributo». Questo il titolo del tema che hanno affrontato 36 allievi delle classi terze della scuola media di Villa di Tirano nel concorso per l’assegnazione della borsa di studio promossa dal gruppo alpini di Villa di Tirano.
Vincitore della dodicesima edizione – premiato da Immacolata Veneruso in rappresentanza del prefetto e dal consigliere nazionale Ana, Mario Rumo al cui padre Domenico era dedicata la borsa di studio – Giovanni Valbuzzi al quale è stata consegnata la borsa di studio consistente in un buono per l’acquisto di tutti i libri di testo per la prima classe superiore. La premiazione - aperta dall’inno nazionale eseguito dal Coro Bernina e dal silenzio della tromba di Stefano Scarsi - si è svolta al polifunzionale con massiccia presenza di autorità civili, militari e religiose. Dopo la lettura del messaggio del presidente nazionale Ana Sebastiano Favero, sono intervenuti il sindaco di Villa di Tirano Franco Marantelli, l’arciprete don Remigio Gusmeroli, la dirigente scolastica Luisa Porta, il rappresentante dell’Ufficio scolastico Marco Pietrogiovanna, il presidente Ana Valtellinese Gianfranco Giambelli ed il consigliere Mario Rumo che si sono soffermati sull’importanza che lo spirito delle penne nere non vada disperso e venga preso ad esempio dai giovani.
Come da tradizione, il vincitore ha letto il proprio testo al pubblico. «Gli alpini, il mio sogno – un estratto del suo tema - Quegli uomini in mimetica, con quel loro cappello speciale: con la nappina colorata e la penna. Con anche lo zaino, sempre pieno zeppo di attrezzatura. Fin da piccolo sono sempre stato affascinato dagli uomini in divisa... Ed eccomi qui, come sono ora, determinato più che mai ad entrare (a suo tempo) nel corpo degli alpini».
Degli alpini lo studente ha sottolineato l’umanità, ma anche lo spirito di gruppo e l’uguaglianza fra i componenti. «Un mio grande dispiacere è il fatto che ci siano sempre meno ragazzi disposti ad entrare nell’esercito. Ciò vuol dire che in un futuro prossimo non ci saranno più alpini. E come si farà senza alpini? L’Italia non sarebbe più la stessa», ha riflettuto Valbuzzi che ha concluso con il motto «”Mai strac!” che fa capire che, nonostante le fatiche e i sacrifici, gli alpini saranno sempre pronti a tutto pur di difendere la loro Patria». In conclusione della serata, alla quale erano presenti i gagliardetti di vari gruppi valtellinesi, la preghiera dell’alpino e ancora musica.
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