Cronaca / Tirano e Alta valle
Sabato 10 Giugno 2017
Gasolio, ora è caccia al tracciante
L’inchiesta: la Guardia di finanza sta verificando anche la provenienza del carburante per escludere Livigno Se nelle cisterne vi fosse del colorante, allora il proprietario rischia pure una denuncia per contrabbando
Non riguarda solo le autorizzazioni di depositi e cisterne l’indagine a tappeto che la Guardia di finanza ha messo in campo da Madesimo a Livigno.
No, oltre alle carte, ai documenti relativi al rimborso delle accise e ai permessi richiesti o rilasciati per lo stoccaggio del carburante destinato all’autotrazione, i militari prelevano campioni di gasolio per accertarne la provenienza, o meglio, per escludere che Livigno figuri tra i punti di rifornimento.
Ed il metodo di accertamento è alquanto empirico: basta infatti guardare il colore del gasolio per capire se è stato acquistato nel Piccolo Tibet. Il carburante proveniente dalla zona extradoganale viene infatti “segnato” con un tracciante, un colore che contraddistingue l’uso al quale è destinato: verde bandiera se è per i mezzi agricoli, rosso se per riscaldamento, giallo-verdastro se destinato all’autotrazione. Se i finanzieri dovessero trovare nelle cisterne che stanno mettendo sotto sequestro probatorio del liquido colorato, allora potrebbero scattare ulteriori denunce: per contrabbando o per la violazione penale per sottrazione all’accertamento delle accise (articolo 40, comma 1, lettera b del Dlgs 504 del 1995). Del resto, il fato stesso di aver prelevato del carburante dalla cisterna di un camion e di averlo travasato in un deposito in assenza dell’autorizzazione della Finanza (stiamo pur sempre parlando di gasolio per il quale vengono concesse delle agevolazioni fiascali) costituisce una violazione.
Non è dato sapere se i finanzieri si sono già imbattuti in casi di questo genere durante le loro ispezioni, va però detto che i controlli messi in atto alla dogana solo tali e tanti che francamente riuscire a farla franca è praticamente impossibile.
Tutti i camion sono in un data-base della Finanza dove vengono inseriti diversi dati: dalle capacità originarie dei serbatoi, ai chilometri che il mezzo ha percorso, dai litri contenuti nella cisterna quando il mezzo passa la dogana per raggiungere Livigno, a quelli trasportati in uscita. Basta incrociare queste informazioni per capire subito se qualcuno ci sta provando.
E nel caso in cui il camionista cercasse di fare rifornimento non giustificato dal chilometraggio, la sua azienda verrebbe ribaltata come un calzino.
E anche oltre frontiera, in Svizzera, mica scherzano con i controlli. Lì non si usa il computer ma una provetta. Nel caso venisse trovato nella cisterna del carburante rosso - destinato al riscaldamento - il camion verrebbe multato e rispedito in Italia (cosa peraltro successa più di una volta in passato) poiché è fatto divieto utilizzare del gasolio sottoposto a sgravi per le accise per scopi diversi da quelli per i quali si sono ottenuti i rimborsi. Ora delle due una: o la Guardia di finanza ha “pizzicato” un padroncino con in casa del gasolio di provenienza livignasca - e quindi ha dato il via ad un’indagine su ampia scala - oppure i controlli in atto in queste settimane sono solo di natura “preventiva”. Vedremo.
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