Festa per il cardinale in visita ai malati
Madonna di Tirano Folla di fedeli al santuario per la messa con gli anziani e i più fragili accompagnati da Unitalsi
La Giornata diocesana del Malato, celebrata ieri al santuario della Madonna di Tirano, si è trasformata in una grande festa di popolo per salutare, accogliere e abbracciare il cardinale Oscar Cantoni a quindici giorni dal concistoro del 27 agosto in cui papa Francesco gli ha imposto la berretta rossa.
Il messaggio
Accanto ai tanti anziani e malati, accompagnati dai volontari dell’Unitalsi delle sottosezioni di Sondrio e di Como - promotori della giornata - in tanti ieri mattina hanno affollato la piazza antistante la basilica, dove è stata celebrata la Messa. Qualche posto a sedere è rimasto libero, ma molte persone si sono assiepate sui bordi ombreggiati della piazza per sfuggire alla calura del sole.
La scorsa settimana, il vescovo di Como aveva già avuto modo di compiere due visite in Alta Valle: una programmata, giovedì sera, per la consacrazione del nuovo altare della chiesa parrocchiale di Santa Maria nascente ad Isolaccia, e una imprevista, venerdì, per celebrare i funerali di don Ottorino Martinelli nella collegiata di Bormio. Quello di ieri, però, è stato il primo incontro ufficiale anche con le autorità civili e militari dell’intera provincia, dopo che il 31 agosto, in occasione della solennità di Sant’Abbondio a Como, aveva incontrato quelle dei territori di Como, Lecco e Varese.
«Siamo venuti con fede nella casa di Maria da ogni parte della Valtellina e dalla Valchiavenna - ha affermato il cardinal Cantoni aprendo l’omelia -. È importante sentirci attesi, come figli preziosi agli occhi e al cuore di Gesù e di Maria, sua e nostra madre. E Maria ci accoglie nella situazione in cui siamo. Fragili, deboli e peccatori, consapevoli delle nostre povertà, ma anche grati per la misericordia di Dio e per la tenerezza di Maria».
Davanti al santuario dove la Madonna, apparsa a Tirano il 29 settembre 1504 al beato Mario Omodei, è venerata come “celeste patrona della Valtellina” dal 1946, il neo porporato ha commentato il brano evangelico che presentava le parabole del “buon Pastore”, della “dracma perduta” e del “Padre misericordioso”.
«Ciascuno di noi si consideri la pecorella perduta e ritrovata - ha sottolineato il vescovo Oscar -. Una persona di buon senso non abbandonerebbe le novantanove pecore per cercarne una sola. Eppure, noi siamo la pecora smarrita che Dio vuole ad ogni costo ricuperare». Poi, proseguendo nel commento, ha aggiunto che siamo anche «la piccola moneta che il Signore non si rassegna a perdere. Dio ci cerca senza sosta, utilizzando tutte le occasioni e non si rassegna finché non ci riporta nella sua casa! Nessuno ci può sostituire nel cuore di Dio. Egli ogni giorno ci attende perché ci accorgiamo del suo amore per noi».
La parabola
Il cardinal Cantoni ha poi ripreso uno dei temi centrali del suo magistero, affine a quello di papa Francesco. «L’amore infinito di Dio per ogni uomo è il cuore del vangelo - ha sottolineato -, magnificamente riassunto nella parabola del “Padre misericordioso”». E ha aggiunto che «siamo noi il figlio minore che il padre riabbraccia dopo averlo tanto atteso. Siamo a volte anche il figlio maggiore della parabola che non accetta la misericordia del padre, che si crede giusto, che giudica il fratello e rimprovera il padre. A volte anche noi ci sentiamo giusti e giudichiamo con rigore gli altri. Con Dio nessun peccato ha l’ultima parola e allora con il suo perdono riaccende in noi la gioia»
Prima di proseguire la liturgia, concelebrata, tra gli altri, dal vicario generale della diocesi, il tiranese monsignor Ivan Salvadori, e da monsignor Andrea Salandi, vicario episcopale per la provincia di Sondrio, il cardinal Cantoni ha invocato la Madonna perché «ci liberi dalla pretesa di sentirci giusti, superiori agli altri e ci faccia il dono di sentirci nuovi, pieni di stupore e di gratitudine perché pienamente rinnovati dall’amore misericordioso del Padre».
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