Felicità allo Stelvio: nell’area trentina è nato il gipeto Marco

La gioia per le nuove nascite è sempre grande e va condivisa. Per questo il parco nazionale dello Stelvio – settore lombardo, ha accolto con entusiasmo la notizia del primo gipeto nato dell’area trentina, chiamato Marco, esemplare che si è involato martedì scorso in Val di Rabbi. Dopo almeno 150 anni, infatti, il gipeto è tornato a nidificare in Trentino. «A ventisei anni dalla prima nidificazione e riproduzione del gipeto sulle Alpi italiane, sempre nel parco nazionale dello Stelvio, ma quella prima volta si trattava di Bormio, nel settore lombardo, «finalmente – questo l’annuncio -, è stata registrata la prima nidificazione del gipeto anche nel settore trentino del parco nazionale dello Stelvio. Il territorio del Parco rappresenta un’area fondamentale per il successo del progetto internazionale di reintroduzione e per la ricolonizzazione delle Alpi da parte di questo magnifico avvoltoio».

Dando uno sguardo alla presenza registrata nel corso degli anni, nel parco si sono formate nuove coppie e, attualmente, se ne contano quattro in Lombardia (una condivisa con i cugini svizzeri), tre in Sudtirolo e, da poco, anche la nuova coppia trentina. Da sottolineare che dal 1998 ad oggi, nel parco dello Stelvio hanno preso il volo 88 nuovi gipeti, che hanno contribuito in maniera significativa all’aumento della popolazione e alla colonizzazione di nuove aree. «Il forte legame tra presenza e successo del gipeto e il parco dello Stelvio, dove sono presenti alte densità di ungulati selvatici, testimonia – hanno sottolineato dall’area protetta - la grande importanza delle aree protette per la conservazione della biodiversità, di cui il gipeto è un ambasciatore silenzioso che non conosce i confini e unisce territori e genti delle Alpi. Ricordiamo a tutti gli appassionati e soprattutto ai fotografi, che i dintorni del nido rappresentano un’area particolarmente delicata». Proprio per questo è stata ribadita la particolare attenzione e la necessità del massimo rispetto di questi luoghi. Daniela Gurini

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