Cronaca / Tirano e Alta valle
Venerdì 06 Aprile 2018
False riviste delle forze dell’ordine: scattano le denunce
Nel mirino della Finanza della Tenenza di Tirano un trentenne del posto, titolare di una ditta individuale
I Finanzieri della Tenenza di Tirano, su delega della Procura della Repubblica di Sondrio, hanno concluso una vasta indagine finalizzata a disvelare un vasto giro di truffe a mezzo telefonico messo in piedi da numerosi soggetti che risultavano vendere riviste falsamente attribuite alla Polizia di Stato, Vigili del Fuoco ed alla Protezione Civile. L’attività ha preso avvio la scorsa estate quando i Finanzieri della cittadina aduana hanno perquisito l’abitazione di un trentenne tiranese, ritenuto una delle “menti” dell’associazione a delinquere, nonché titolare di una ditta individuale che materialmente gestiva l’attività di ricerca dei procacciatori e degli operatori di call-center che dovevano convincere gli ignari clienti ad acquistare telefonicamente le pubblicazioni che ad un osservatore inesperto potevano apparire come quelle “ufficiali” edite dalle Pubbliche Amministrazioni”.
«Nello specifico - spiegano gli inquirenti -, l’indagato ed i suoi collaboratori lasciavano intendere chiaramente ai potenziali acquirenti l’appartenenza alla Polizia di Stato, alla Protezione Civile o al Corpo dei Vigili del Fuoco promettendo, con la sottoscrizione dell’abbonamento, un trattamento di favore da parte degli operatori di polizia in caso di controlli o un servizio di call-center per assistenza legale, in realtà inesistente. I malcapitati sottoscrittori, 50 nella sola zona di Tirano, che intendevano recedere dall’abbonamento venivano intimoriti da altri membri dell’associazione che si fingevano falsi avvocati e minacciavano inesistenti decreti ingiuntivi per farli desistere oppure chiedendo il pagamento di alte penali. L’organizzazione criminale, che poteva contare su una vasta rete di società operanti a Roma e Milano, ha conseguito un giro di affari che dai primi accertamenti è già risultato essere superiore a 400.000 euro. Le perquisizioni hanno consentito di reperire copiosa documentazione comprovante il reato di associazione a delinquere finalizzata alla truffa. Oltre alle riviste sono stati sequestrati i computer utilizzati per l’impaginazione, la stesura dei testi e l’edizione grafica delle riviste, stroncando l’attività del sodalizio criminoso».
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