Cronaca / Tirano e Alta valle
Giovedì 02 Giugno 2016
«Elisuperficie, inaccettabile il ricatto della Comunità montana»
Il sindaco replica al presidente della Comunità montana «Atto gravissimo»
«È vergognosa la dichiarazione di Pini in merito ai soldi per l’elisuperficie di Aprica. La sua più che una preoccupazione suona come una minaccia nei confronti di un sindaco e questo è un fatto gravissimo e di prepotenza».
Seppure fuori provincia per qualche giorno, fa arrivare la sua replica il sindaco di Aprica, Carla Cioccarelli, alle parole pronunciate dal presidente della Comunità montana di Tirano, Gian Antonio Pini, in merito alla revoca dei contributi ai Comuni del regolamento numero 7 (quello per le opere di interesse pubblico). La Comunità montana, a fronte di ritardi degli enti pubblici nel concludere le pratiche burocratiche dei progetti dal 2008 al 2013, ha annullato contributi per 1 milione e 235mila euro. Di qui la decisione dei Comuni di minoranza (Teglio, Aprica, Lovero, Vervio e Grosotto) di rivolgersi ad un legale per fare ricorso contro la delibera di revoca. A fronte di questa presa di posizione, il presidente Pini ha annunciato al sindaco di Aprica che i fondi, da lui promessi per realizzare la piazzola dell’elisoccorso nella località, non saranno erogati.
«Se ci sarà un ricorso i fondi (stiamo parlando di 1 milione e 235mila euro) resteranno congelati e Aprica non potrà avere un aiuto da parte della Comunità montana per realizzare l’elisuperficie - ha dichiarato il numero uno di via Quadrio -. Nel caso di Aprica si parla di 215mila euro bloccati cui avremmo aggiunto altri 95mila euro da destinare alla piazzola. Ora restano solo 95mila euro, ma sono pochi per un’opera di tal fatta».
Furente il sindaco di Aprica: «Da mesi attendo che l’ente metta a disposizione i soldi e assisto allo stallo più assoluto - commenta - Il rendiconto ha evidenziato un avanzo non applicato di oltre un milione di euro, che ancora aspetta una destinazione. Il bilancio di previsione ha stanziato 95mila euro per la sistemazione del percorso vita da parte della Comunità montana e i lavori non sono ancora iniziati. A fronte di tutta questa inefficienza, il presidente si permette di minacciare un sindaco per le azioni che ha intrapreso dicendo che si rimetterà alla decisione del Tar? Ci mancherebbe altro. L’attuale governo della Comunità montana - che vede ben due rappresentanti di un Comune e la mancanza di un presidente dell’assemblea super partes e garante di tutti - denota la scarsa capacità dei componenti di maggioranza ad amministrare l’organo comprensoriale. A metà anno non si hanno ancora le idee chiare e, quindi, si usano le minacce per difendersi dalla scarsa capacità e mancanza assoluta di esperienza. Ricordo al presidente che avevamo preannunciato il ricorso, che avrebbe potuto evitare semplicemente rivedendo la delibera di revoca. Vigilerò sulla legittimità delle scelte che farà il presidente e su eventuali responsabilità, anche se so che lui si sente tranquillo perché è tutelato dai “poteri forti”. Pini si comporta come fosse a casa sua, ma le risorse sono dell’ente, non sue».
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