Cronaca / Tirano e Alta valle
Venerdì 29 Aprile 2016
È guerra sul Parco dello Stelvio
«Incostituzionale come è ora»
Bormio Si è costituito l’Osservatorio con 10 associazioni che intendono ricorrere al Tribunale amministrativo
Bormio
È muro contro muro tra le dieci associazioni che hanno costituito l’Osservatorio sul Parco nazionale dello Stelvio e la Regione Lombardia. Non più un parco nazionale, denunciano, ma uno spezzatino su base regionale che impedirebbe quella funzione di tutela ambientale per la quale il parco era sorto, ottant’anni fa.
L’Osservatorio, formato da Cai, Cts, Fai Federazione Pro Natura, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Mountain Wilderness, Touring Club Italiano, Wwf, ha annunciato ieri di voler sollevare la questione di legittimità costituzionale riguardo al quadro normativo che ha definito la “governance” del Parco, derivante dell’Intesa intercorsa tra Stato, Province autonome di Trento e Bolzano e Regione Lombardia e sottoscritta l’11 febbraio 2015.
«Saremo il cane da guardia delle istituzioni perché non vengano dispersi ottanta anni di storia del Parco nazionale dello Stelvio, pronti a mettere sotto i riflettori tutti i conflitti con le leggi esistenti ma anche a riconoscere novità positive se ci saranno» è la battagliera dichiarazione resa ieri dai responsabili dell’Osservatorio. «Valuteremo di impugnare dinnanzi al giudice amministrativo quei provvedimenti amministrativi (classificazione, piano, regolamento, rapporto con il Piano territoriale regionale), negativi per la tutela ambientale, sollevando incidentalmente la questione della legittimità costituzionale delle norme poste sotto osservazione».
Parole che valgono come una aperta dichiarazione di guerra alla Regione: «L’Osservatorio si impegna, da un lato, a monitorare con attenzione ogni atto amministrativo che rischi di mettere a repentaglio la tutela del Parco ma anche la partecipazione e perciò la democrazia ambientale; dall’altro, a valutare con obiettività e a salutare favorevolmente ogni eventuale azione istituzionale diretta a tutelare la biodiversità e i valori naturali dell’area protetta in modo più efficace di quanto sinora avvenuto». Secondo le dieci associazioni sarebbero più di uno i profili di incostituzionalità presenti nella nuova normativa.
L’intesa dell’11 febbraio 2015 e poi il decreto legislativo 14/2016 stravolgerebbero i principi generali della legge quadro sulle aree protette (Legge 394/1991), «tra i quali si segnalano soprattutto il principio dell’unitarietà delle norme di carattere pianificatorio e regolamentare e il principio della partecipazione delle associazioni e degli enti locali al processo decisionale». Né il nuovo organismo potrebbe operare «come soggetto unitario nazionale, dotato di propria, autonoma personalità giuridica».
E sarebbe violato anche «l’articolo 117 della Costituzione, sulla competenza esclusiva dello Stato in materia di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, perché gli indirizzi relativi alla tutela e alla gestione del Parco vengono attribuiti esclusivamente alla Giunta regionale». Con la tripartizione, risulterebbe infine «stravolto il principio della configurazione unitaria del Parco».
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