Cronaca / Tirano e Alta valle
Domenica 08 Aprile 2018
«Donazioni, la provincia fa la sua parte»
Ieri giornata di livello nazionale al Morelli di Sondalo con gli interventi dai centri specializzati. Il direttore sanitario dell’Asst, Guido Broich: «Abbiamo messo in luce interessanti novità anche per la Valtellina».
Sebbene i trapianti di organi negli ospedali della provincia di Sondrio non ne vengano effettuati, perché si tratta di operazioni chirurgiche talmente delicate da essere portate a termine solamente in centri altamente specializzati, ieri il Morelli di Sondalo è diventato il centro lombardo di questo settore della medicina grazie al convegno “Donazioni e trapianti: esperienze dei centri lombardi”, organizzato da Asst Valtellina e Alto Lario, che ha portato a Sondalo come relatori esperti di grande fama.
«Il convegno ha dato l’opportunità di accendere i riflettori sulla realtà dei trapianti portandoci importanti novità - afferma Guido Broich, direttore sanitario di Asst ValtLario e direttore scientifico del simposio -. Solo per fare un esempio sulla portata degli interventi dei grandi esperti intervenuti, il professor Luigi Santambrogio (direttore della chirurgia toracica e trapianti del polmone della fondazione Irccs Cà Granda ospedale Maggiore e policlinico) ci ha dato importanti novità sulle tempistiche del recupero degli organi, fondamentali per una realtà decentrata come la Valtellina. Mentre prima era necessario che il polmone fosse impiantato entro sei sette ore dall’espianto, ora il tempo è aumentato a 24 ore, dando maggiori possibilità anche alla nostra provincia. E parlando di polmone, mi è indubbiamente venuta in mente la gloriosa storia del sanatorio di Sondalo, creato appositamente per la cura delle malattie polmonari».
Non si effettuano i trapianti in provincia, ma le donazioni invece sono soddisfacenti, soprattutto per il settore sangue, come ha confermato Elisabetta Dissette, medico anestesista rianimatore del reparto di anestesia e rianimazione dell’ospedale di Sondalo: «Nel 2017 sono state donate 11mila unità di sangue e 4mila di plasma e le donazioni totali sono state 8mila. Il 57% del sangue serve ai pazienti di Valtellina Valchiavenna e Alto Lario. Molto sangue viene portato nei centri di trapianti, dove serve sempre».
Tornando al panorama provinciale, ecco altri dati sulle donazioni del 2017. Dodici le donazioni di cellule staminali, soddisfacente anche la donazione di sangue cordonale, di rilievo visto che in Italia ci sono ben 150 bambini con malattie oncoematologiche. Dal 2010 si dona anche la testa del femore, che viene asportata durante l’operazione di protesi all’anca. Una pioniera nella cultura del trapianto e della donazione al Morelli sul finire degli anni Novanta è stata la dottoressa Isabella Fava, la cui opera è stata molto lodata. In media in provincia ogni anno ci sono cinque donatori multiorgano, quest’anno sono già stati due, ovvero persone decedute alle quali è stato possibile espiantare vari organi. Mario Viganò, docente universitario, direttore emerito della cardiochirurgia della fondazione Irccs policlinico San Matteo di Pavia, ha però ricordato che la strada da compiere è ancora lunga. «In Italia si effettuano 250 trapianti di cuore l’anno, mentre ne servirebbero 700, c’è ancora molto da fare».
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