Cronaca / Tirano e Alta valle
Domenica 30 Luglio 2017
Custode della memoria, grazie al “pret di lach” Sant’Antonio c’è ancora
Spigolate dai bollettini di don Carlo Bozzi settecento pagine che ripercorrono la storia del paese. Ieri presentazione, aneddoti e speciale annullo postale.
«Mi auguro che questo libro consenta per generazioni e generazioni di ricordare don Carlo e Sant’Antonio, ma soprattutto che tocchi il cuore di chi vorrà leggerlo». È con queste parole che Rita Sosio, custode dell’archivio dell’amico don Bozzi, ha voluto consegnare ieri ai suoi compaesani “Dal piccolo ai grandi orizzonti”, il volume ponderoso (sono 700 pagine) e poderoso che racconta la storia di Sant’Antonio Morignone spigolata dai bollettini del parroco Carlo Maria Bozzi approfonditi e integrati grazie al contributo di don Remo Bracchi (assente per motivi di salute). A presentare la pubblicazione, erano presenti invece le autorità politiche (in primis il sindaco Alessandro Pedrini e il presidente della CM Lele Cola), il professor Leo Schena e Dario Cossi in rappresentanza del Centro Studi Storici, don Bruno Rocca, parroco attuale di Cepina, il suo predecessore don Remo Giorgetta, l’ingegner Stefano Zazzi, che ha contribuito alla pubblicazione realizzando un medaglione dell’amico don Carlo e Ilario Silvestri, che ha curato la revisione storica.
Nell’affollata sala dell’albergo Cepina, accanto a tanti “magot” (ossia i santantonini, come affettuosamente vengono chiamati in alta valle), anche tante personalità che sono state legate a don Carlo, quali il professor Francesco Pace, figlio dell’archeologo Davide che effettuò importanti campagne di scavo nella zona di San Bartolomeo e San Martino, l’architetto Gianandrea Maspes che, per conto del Rotary Club Sondrio, seguì il restauro della chiesa di San Bartolomeo dopo la frana, Guido Lisignoli, in rappresentanza della Famiglia Valtellinese, Valchiavennasca e dell’Engadina che nell’87 si attivò con grande generosità promuovendo una sottoscrizione a favore di Sant’Antonio Morignone. Ognuno è intervenuto con aneddoti e ricordi affettuosi di don Carlo. Piacevole ed ottimista, colto ma capace di essere umile, goloso di dolci e più in generale di tutte le cose buone, ironico ed autoironico, scrupoloso ma non pedante, culturalmente generoso, il “pret di lach” è stato anche il più tenace custode della memoria del suo paese dopo la tragedia del Coppetto. Ai suoi paesani ha sempre ripetuto – e questo libro ne è la riprova – che anche “senza bait” si poteva e doveva rimanere paesi.
Durante la serata, Poste Italiane ha provveduto a rilasciare uno storico annullo postale andato a ruba: ritrae la chiesa parrocchiale di S. Antonio di Padova, andata sepolta, disegnata da Rita Sosio. Lo speciale annullo sarà depositato presso lo Sportello filatelico di Sondrio Centro per i prossimi sessanta giorni in modo da soddisfare le richieste di bollatura che perverranno da collezionisti e appassionati, quindi il piastrino filatelico sarà depositato al Museo Storico della Comunicazione a Roma.
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