
Cronaca / Tirano e Alta valle
Lunedì 24 Marzo 2025
Corruzione e reati fiscali in Alta Valle, 27 indagati a rischio processo
Pesanti le accuse fatte emergere dalla Guardia di Finanza di Bormio. Tra i nomi di spicco l’ex sindaco di Valdidentro Trabucchi, che ha sempre negato di aver commesso illegalità
Valdidentro
Non si è ancora spenta l’eco dei cinque arresti ai domiciliari e delle sei misure interdittive, che hanno riguardato il capo di un importante ufficio comunale di Valdisotto, un costruttore dello stesso paese, altri imprenditori edili e professionisti, per un presunto sistema corruttivo nell’assegnazione di appalti in via diretta (per gli importi non eccessivamente elevati), che nelle ultime ore abbiamo appreso di un’altra inchiesta - chiusa da alcuni mesi con l’avviso di conclusione indagini, l’atto che solitamente anticipa la richiesta di rinvio a giudizio delle Procure - che riguarda sempre l’Alta Valle.
Sono 27 gli indagati ai quali il magistrato titolare del fascicolo, Stefano Latorre, a settembre ha fatto recapitare l’avviso del 415 bis. Su tutti spicca il nome dell’ex sindaco di Valdidentro, l’avvocato Ezio Trabucchi, molto conosciuto per essere alla guida del “Comitato a difesa della sanità di montagna-Io sto con il Morelli”, accusato di corruzione. «Non ho nulla da temere: non ho commesso alcuna illegalità», ci assicurò tempo fa il legale.
Le imputazioni, a vario titolo, non uguali per tutti, vanno dai reati fiscali alla turbativa d’asta, dall’associazione a delinquere al riciclaggio e all’autoriciclaggio, alle minacce e ad abusi ambientali ed edilizi e, inoltre, c’è l’ipotesi della corruzione.
Insomma, c’è di tutto fra le contestazioni dei magistrati sulla scorta delle indagini della Tenenza di Bormio della Guardia di finanza. Ma, lo ribadiamo, essere stati destinatari di un provvedimento del genere non equivale a un verdetto di responsabilità: tutti hanno diritto di presentare memorie difensive, chiedere di essere interrogati per fornire la propria versione.
Fra coloro che adesso rischiano il processo ci sono nomi di spicco e figure di primo piano rimaste impigliate nell’inchiesta che ha portato agli arresti dei giorni scorsi, come il costruttore Enrico Davide Bracchi, 61 anni, di Valdisotto, a capo di diverse società immobiliari che, con l’aiuto della segretaria Stefania Sala, classe 1978, residente a Tirano, avrebbe - stando alle accuse - occultato al Fisco decine di migliaia di euro grazie al “nero pattuito” (quella parte del prezzo di vendita che non viene fatto figurare nel rogito davanti al notaio, ma viene corrisposto ugualmente alla società venditrice).
Tra gli indagati ritroviamo, inoltre, il geometra Nicola Amato, classe 1971, ora agli arresti in casa nell’altra indagine diretta dal procuratore Piero Basilone con la sostituta Giulia Alberti, da anni alla guida dell’Ufficio tecnico del Comune di Valdisotto e presunto regista del sistema illegale nell’assegnazione degli appalti: per lui i pm avevano chiesto la custodia in carcere. Anche per l’indagine coordinata dal sostituto procuratore Stefano Latorre, si sarebbe reso protagonista di condotte illecite: avrebbe asservito stabilmente la propria funzione pubblica al soddisfacimento degli interessi privati del costruttore Bracchi, ricevendo denaro o altra utilità, o accettandone la promessa. Rilasciando ad esempio il permesso di costruire appartamenti per le vacanze in località Ciuk e otteneva la promessa dall’imprenditore, tra l’altro, di effettuare lavori di ristrutturazione (nella maggior parte a titolo gratuito) all’abitazione della compagna di Amato, lavori effettivamente avviati a cura di una ditta incaricata da Bracchi. Molto delicata appare la posizione dell’ex sindaco di Valdidentro, in qualità di responsabile del Servizio tecnico di edilizia privata.
In base alle indagini, Trabucchi si sarebbe messo a disposizione delle società riconducibili a Bracchi, anche attraverso la redazione del nuovo Pgt affidato a professionisti compiacenti alle suddette società. I colleghi inizialmente incaricati di redigere il Piano di governo del territorio - dopo regolare gara - sarebbero stati “costretti” dal primo cittadino a rinunciare all’incarico: le volumetrie edificatorie previste erano ben maggiori di quelle del primo Pgt. E altro ancora, come minacciare un’impiegata comunale affinché sbloccasse le pratiche del costruttore, più volte incontrato a pranzi e cene per “assicurare così il suo appoggio”.
Per tale presunta attività illecita sistematica e avere piegato la sua funzione pubblica agli interessi degli immobiliaristi - sempre secondo gli inquirenti - Trabucchi (che, ripetiamo, nega di avere mai commesso illegalità) avrebbe incassato una tangente di oltre 40mila euro mascherati sotto forma di mediazione per una compravendita immobiliare, altri 4mila mascherati alla voce “prestazioni professionali di avvocato” e, infine, la promessa di una consegna di altri 20mila euro (”due bottiglie” nelle intercettazioni).
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