Cronaca / Tirano e Alta valle
Mercoledì 11 Maggio 2016
«Claudia, non si può morire così a 36 anni»
Il vicario della diocesi di Lugano ha celebrato le esequie della donna deceduta al sesto mese di gravidanza - Parole dure: «Forse superficialità e negligenza». Grande partecipazione, silenzio irreale al passaggio del feretro
«È impossibile non essere stravolti davanti a tre esistenze ghermite dalla morte, complici forse la superficialità e la negligenza»: le parole del vicario generale della diocesi di Lugano, il sacerdote grosino don Gianni Sala, amico della famiglia Bordoni, sono risuonate ieri pomeriggio nella chiesa parrocchiale di San Giuseppe nel corso dei funerali di Claudia Bordoni.
Il paese è rimasto ammutolito e silenzioso quando il corteo funebre è partito dall’abitazione di via Roma. C’era una fiumana di gente: oltre ai compaesani, molti amici e colleghi da Milano, una rappresentanza da tanti paesi della provincia, ma il silenzio era irreale. Sulla bara le rose bianche. A portare il feretro i cugini ed il fratello Giuliano. Subito dietro, uniti papà Giuliano, mamma Adele, il compagno di Claudia Roberto e la nonna materna Giulia, a farsi forza in un momento tanto triste e drammatico.
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