Chiudere il Mortirolo ai ciclisti? Gigi Negri non ci sta: «Spero sia solo una provocazione»

Il “semaforo rosso” ai ciclisti sul Mortirolo chiesto dal gruppo “Amici del Mortirolo” e avvallato dal sindaco di Mazzo, Franco Saligari che valuta la chiusura al transito per i ciclisti del passo per evitare la convivenza impossibile con le auto, proprio non va giù al direttore del consorzio turistico Media Valtellina, Gigi Negri. Lui è un personaggio molto pacato, dallo stile british ma ieri mattina quando ha letto della proposta shock giunta da Mazzo ha fatto un salto sulla sedia. «Mi auguro che sia solo una provocazione da parte del sindaco di Mazzo, Saligari, del quale conosco il profondo amore per il suo Mortirolo. Sarebbe pazzesco chiudere il Mortirolo ai ciclisti. Vorrebbe dire gettare alle ortiche tutto il grande lavoro di promozione che è stato fatto in questi anni per valorizzare la zona portando ad esempio più volte il Giro d’Italia che non è certamente uno sforzo economico da poco. La salita è un patrimonio unico al mondo, non può essere un problema. Rispetto a tutte le altre grandi salite del ciclismo mondiale, il Mortirolo è molto meno trafficato. Bisogna trovare una convivenza fra bici e auto, magari creando delle fasce orarie per ognuno».

Un piccolo spiraglio il primo cittadino di Mazzo l’ha comunque dato visto che il provvedimento di chiusura ai ciclisti sembra una sorta di spada di Damocle saligariana e mazzolatta da far cadere solo in mancanza di passi concreti verso la risoluzione del problema. Secondo l’amministrazione comunale di Mazzo, il vero toccasana, la soluzione che porrebbe fine, un volta per tutte ai problemi di sicurezza ed incolumità creati dalla convivenza difficile fra i 20 ciclo amatori che da maggio a ottobre scelgono di fare le vacanze qui, o almeno di dedicare un giorno alla nostra valle, salendo in bici il Passo della Foppa i cui primi da da Mazzo alla località Biorca sono di proprietà del Comune di Mazzo, sarebbe l’allargamento della strada. Un intervento da 3 milioni di euro per allargare la strada portando almeno ai 4 metri di larghezza in maniera di consentire il sorpasso ai ciclisti dalle auto in sicurezza. Saligari che ha verificato di persona le difficoltà della dura vita del ciclista sul Mortirolo non solo per le pendenze assassine ma perla ristrettezza della carreggiata salendo in vetta con la mountain bike, per questo ritiene vitale l’ intervento da 3 milioni di euro, per il quale ha ricevuto solo 100 mila euro. Da tempo per questa opera richiede invano l’intervento finanziario della Comunità Montana di Tirano e della Provincia di Sondrio.

Negri evidenza tutto quanto hanno fatto finora queste istituzioni per il Mortirolo: «La Provincia di Sondrio ha veramente investito tantissimo per lo sviluppo del ciclo turismo e e così pure la Comunità Montana di Tirano non ha mai lesinato gli sforzi per lo sviluppo del Mortirolo. Non possiamo creare un’autostrada per le automobili: più la strada diventa larga più le auto sfrecciano velocemente e la pericolosità aumenta. Va solo sistemato il fondo e allargata in pochi tratti. Guardiamo solo ai problemi che ci creano le moto sullo Stelvio quando salgono veloci».

Sviluppo del Mortirolo che vede Mazzo con i comuni di Tovo e Lovero impegnato in in progetti di sviluppo per i fondovalle. Proprio nei giorni scorsi era stata ufficializzata la dedica a Pantani della Cima del passo. Invece resta da restaurare il monumento al Pirata, bisognoso di manutenzione come il fondo della salita, una strada che non ospita il passaggio de Giro dal 2019 e quindi non ha più beneficiato di quei interventi di manutenzione che il passaggio della corsa rosa garantiva.

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