Cronaca / Tirano e Alta valle
Martedì 19 Gennaio 2016
Cantone alpino: «La strada è giusta. E basta steccati»
Aprica, il sindaco Cioccarelli: «Fase di cambiamento, dobbiamo andare verso un sistema più semplice. Ci chiedono più competenze e io mi sento più sola».
Sarà perché Aprica è, come dice il suo sindaco, un comune “cerniera” che collega la provincia di Sondrio con quella di Brescia e, dunque, proprio per questo il primo cittadino, Carla Cioccarelli, si ritrova quotidianamente a confrontarsi con i sindaci sia della Valtellina sia della Valcamonica oppure ad avere a che fare con due Ato (per la gestione della rete idrica).
Sarà per questi motivi ,o anche per una questione di apertura mentale, che piace a Cioccarelli l’idea del “Cantone della montagna” ipotizzata dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni. In pratica come è stato fatto per l’ambito sanitario con la nascita dell’Azienda di tutela della salute (Ats) della montagna, anche in ambito politico è stata ventilata l’idea di un Cantone alpino che comprenda l’attuale provincia di Sondrio, l’Alto Lario e l’Alta Valcamonica.
«Preconcetti di fondo e arroccamenti basati su discorsi storici non ne ho - puntualizza Cioccarelli -. Siamo in momento di cambiamento e di riorganizazione complessiva dell’assetto politico nazionale. Si parla di chiusura delle Cm, trasformazione della Provincia e fusione dei Comuni. È in corso un tentativo di creare un modello nuovo su cui fondare il governo dai piccoli Comuni a quello centrale. L’idea deve essere quella di andare verso un sistema più semplice, compatibile con la nuova realtà basata su globalizzazione, internet e tecnologie che stanno trasformando il mondo. Una realtà dove l’Europa svolge un ruolo importante influenzando le nostre vite». Il sindaco di Aprica, oltre che presidente del Bim, cita il cambiamento della società in atto per via delle grandi migrazioni, per cui non se la sente di dire «rimango nella “mia” Aprica e mi tengo la mia roccaforte. Sono aperta e disponibile a nuovi studi. Da sindaco al secondo mandato, dico che si sta facendo fatica. Le problematiche, gli adempimenti, le esigenze e le competenze richieste sono sempre di più e io mi sento sempre più sola».
Peraltro Cioccarelli è favorevole ad un’unione con l’Alta Valcamonica e l’Alto Lario che condividono uguali necessità e bisogni. «Nel caso di Aprica, vedrei bene una ferrovia che arrivasse dalla Valcamonica - butta lì -. La rete del gas già arriva dalla parte bresciana. Aprica è un paese anomalo e, forse, per questo diventa facile capire che, anche se si dovesse ampliare la platea dei sindaci con cui avere un confronto, non sarebbe niente di traumatico. Anzi, per migliorare lo standard di vita dei nostri cittadini o affrontare grandi temi come il patrimonio delle acque, se siamo più numerosi, abbiamo una voce maggiore».
E poi Cioccarelli consiglia di valorizzare le peculiarità come l’Università della montagna, collegata alla facoltà di Agraria di Milano, presente a Edolo. «Vedo bene un “Cantone alpino” che possa esprimere un’Università della montagna dove si laureano professionisti con competenze legate alle realtà socio-economiche e naturalistiche di questo ambiente. Bisogna raccogliere le caratteristiche e fare sistema. Ci mancherebbe che, in un momento in cui siamo diventati società multetnica, facessimo differenza fra Alto Lario, Valcamonica, Valtellina e Valchiavenna...».
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