Cronaca / Tirano e Alta valle
Mercoledì 08 Giugno 2016
Bormolini stravince: «Vuol dire che finora
ho governato bene»
Livigno, il sindaco uscente confermato col 65% dei voti
«La vittoria nasce da lontano, grazie anche alla squadra»
Ieri mattina non è stato necessario chiamare il fabbro per cambiare la serratura dell’ingresso del municipio di Livigno. Tradizionalmente questo è il primo atto di un nuovo sindaco per sancire il taglio col passato, ma il riconfermatissimo Damiano Bormolini le chiavi le ha già, da perfetto padrone di casa. Un successo schiacciante oltre le più rosee previsioni, come ammette lui stesso, che con la sua lista “Punto Livigno” ha ottenuto 2.474 voti (64,93%) doppiando “Progetto Livigno” che candidava Barbara Silvestri, fermatasi poco sopra le mille preferenze, 1.035 per la precisione (30,22%).
Netta sconfitta per Baby e durissimo esordio per la debuttante Giuseppina Silvestri, che con la sua “La PrimaVera Livigno” ottenendo 103 voti (4,85%) non avrà nessun seggio nel prossimo consiglio comunale. «Pensavamo di avere un vantaggio di 300-400 preferenze su “Progetto Livigno”, non il divario che le urne hanno sancito» afferma Bormolini, che ha fatto volentieri l’alba nei festeggiamenti attorniato dalla sua squadra vincente. Nessuno poteva pronosticare un divario simile fra la sua lista e quella di Barbara Silvestri, dopo che cinque anni fa erano stati solamente 24 i voti di scarto, dato che si prevedeva un testa testa. Baby invece è stata addirittura doppiata: «È una vittoria che nasce da lontano - rivela Bormolini -. L’elettorato ha premiato i nostri cinque anni di lavoro. Questa volta abbiamo presentato una squadra rinnovata e come nostro stile abbiamo puntato tutto sui programmi e la scelta è stata vincente».
Senza gli scudieri del gruppo storico del passato, questa volta Bormolini ha potuto contare sul bagaglio di esperienza del solo Remo Galli. Un binomio che ha dovuto sobbarcarsi la gran mole del lavoro della campagna elettorale.
Uno sforzo che l’ha visto giungere al momento decisivo molto stanco: «Oltre alla campagna elettorale, abbiamo dovuto gestire anche l’amministrazione del Comune. Il fatto di essere gli amministratori uscenti ci ha esposto a più critiche. Non mi è piaciuta la campagna sui social che non è stata molto leale, ma strumentale. Mi sono sempre sentito a posto con la coscienza perché abbiamo lavorato bene».
Le urne hanno sancito pure il trionfo del braccio destro di Bormolini, il vicepresidente della Comunità montana Alta Valtellina Remo Galli, che ha ottenuto 752 preferenze, il 30,40% dei voti di lista: «Remo si è impegnato molto e ha dimostrato di saperci fare. Il plebiscito che ha raccolto non sono i voti di famiglia, ma il consenso che i livignaschi gli hanno dato. La sua esperienza sarà fondamentale e lui sarà il mio vicesindaco».
Una spiegazione dello scarto divenuto abissale fra “Punto Livigno” e “Progetto Livigno” Bormolini lo individua anche nell’assenza di Valentino Galli dalla competizione: «È evidente che l’altra volta aveva pescato voti nel nostro elettorato». Questa volta la presenza della nipote di Valentino, Alessia Galli, in Punto Livigno, 351 preferenze, può aver spostato quel tipo di elettorato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA