Cronaca / Tirano e Alta valle
Mercoledì 01 Febbraio 2017
Bormio, il liceo ricorda Ileana Iori
Il suo nome al laboratorio di fisica
Cerimonia inaugurale in ricordo dell’insegnante con due amici speciali a scoprire la targa dedicata.
Da lunedì il laboratorio di fisica del liceo Alberti è intitolato a Ileana Iori, insegnante di fisica nucleare a Milano e anima dell’International Winter meeting on nuclear physics, che dal 1972 si svolge ogni anno a Bormio. La cerimonia inaugurale si è tenuta in coda alla 55a edizione del convegno, che come sempre ha raccolto in paese i migliori luminari della disciplina da tutto il mondo.
A scoprire la targa due amici speciali della professoressa: Arrigo Canclini, docente del liceo bormino, di cui la professoressa fu correlatrice di tesi e Concettina Sfienti, prima allieva e collaboratrice ora docente all’università di Mainz, che dal 2009 (anno della scomparsa della Iori) si fa carico dell’organizzazione dell’appuntamento scientifico in alta valle.
«La Iori, oltre a essere una scienziata straordinaria, aveva una curiosità intellettuale versatile e profondissima, unita a una contagiosa gioia di vivere. Nel suo cuore - ha ricordato Canclini - c’erano le nostre montagne, che aveva scoperto grazie all’amico maestro di sci Mino Zangrando agli inizi degli anni Settanta e che aveva presto eletto a sua seconda casa».
«Naturale era stata la scelta nel 1972 di spostare qui il convegno di fisica, che grazie alla splendida ospitalità delle famiglie Sosio e Dei Cas è diventato un appuntamento invernale immancabile che trasforma ogni volta Bormio in un ideale laboratorio per parlare di fisica ad alto livello».
La dirigente Francesca Fumagalli, rivolgendosi agli studenti delle tre quinte del liceo, ha voluto sottolineare la profonda passione per la ricerca, ma più in generale per la vita della professoressa Iori, proponendola a modello per le nuove generazioni. Oltre al lascito morale, i ragazzi prossimi a decidere del loro futuro scolastico hanno potuto trarre giovamento ieri anche dalle parole della professoressa Sfienti, che li ha spronati a coltivare sempre la passione per la conoscenza e pensare all’Europa come a una grande opportunità.
«Sono siciliana, vivo e lavoro in Germania, sono sposata con un belga - ha detto -, ma non definitemi un “cervello in fuga”. In Europa mi sento a casa. Qui a Bormio è come essere in famiglia. Il vostro è un paese straordinariamente friendly». La cerimonia di ieri, che ha visto anche la presenza del sindaco Roberto Volpato e del dirigente dell’istituto di Livigno Bruno Spechenhauser, si è chiusa con quello che alla Iori sarebbe certamente piaciuto: il canto collettivo, guidato dal coro Li Osc, del Signore delle cime.
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