Bormio, cresce la solidarietà per Spechenhauser. Già 400 firme per lui

Il dirigente scolastico è stato coinvolto nel “caso Molinari”

Cresce la solidarietà in alta Valtellina per Bruno Spechenhauser, fino al gennaio scorso preside dell’istituto di istruzione superiore Alberti di Bormio poi sospeso perché coinvolto nel “caso Molinari”, il ciclone che ha travolto la scuola della provincia di Sondrio e di cui si discute in Tribunale nel capoluogo se rinviare a giudizio o meno i tantissimi imputati.

I docenti, gli studenti, gli ex studenti, tanti amministratori, la popolazione, è, comunque, con Spechenhauser e la riprova è nell’esito della petizione avviata tre giorni fa in una ventina di punti di tutto il territorio e che ha già fruttato quasi 400 firme. Fra i centri di raccolta anche diverse Pro Loco e la Comunità montana Alta Valtellina. Si chiede il reintegro nel ruolo del preside «perché sospenderlo è stato come fare un toro a tutto il territorio», dice Sabina Colturi, fra i promotori della petizione.

«Che, preciso, non è partita da me, ma che mi fa molto piacere - commenta Spechehauser stesso da noi contattato -, perché sentire questa vicinanza da parte della comunità mi dà molta forza. Sono stato studente, per 30 anni insegnante e poi preside dell’Alberti, ho 63 anni e terminare il mio percorso da preside sospeso sarebbe per me un grosso peso».

Oltre non va Spechenhauser, consapevole del procedimento in corso e delle determinazioni dell’Ufficio scolastico regionale.

Intanto, nelle ultime ore, sono lievitati a 700 anche i follower della pagina Facebook aperta da Ruggero Guanella, ex studente dell’Alberti denominata “Reintegro del preside Spechehauser”

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