Bianzone: «Salviamo i prati del Ranèe», consegnate quasi mille firme al Comune

Sono 947 le firme consegnate al Comune di Bianzone dal Comitato per la tutela e valorizzazione del territorio agricolo del piano di Bianzone, a sostegno della petizione «Salviamo i prati del Ranée: no al sottopasso inutile, dannoso, illegittimo», con la richiesta che la petizione venga discussa in un consiglio comunale appositamente convocato, e, in ogni caso, di fornire una risposta scritta. Il Comitato fa presente che l’amministrazione comunale di Bianzone non ha mai espresso nessuna valutazione sul progetto, mentre il sindaco Christian Sertorio, sulle nostre colonne, ha dichiarato che il Comune non poteva opporsi «perché Rfi avrebbe fatto comunque il sottopassaggio».

«Purtroppo le affermazioni del sindaco sono palesemente contraddette, oltre che dalla documentazione amministrativa relativa al progetto, dai fatti – dice il Comitato -. Le amministrazioni comunali di Teglio, Chiuro, Ponte in Valtellina, Poggiridenti, hanno condiviso le richieste dei loro cittadini, ottenendo lo stralcio dei progetti su cui non c’era l’accordo. Il Comitato prende atto, tuttavia, che, dichiarandosi estranea al progetto e non rivendicandone alcuna utilità, l’amministrazione Comunale di Bianzone riconosce implicitamente che l’opera, così come proposta, è inutile e dannosa. Di più, è noto che, in alcune occasioni, il sindaco ha dichiarato che l’amministrazione comunale sta cercando i finanziamenti per ottenere anche il sottopasso della ss. 38, riconoscendo, quindi, che il vero problema di sicurezza è rappresentato dall’incrocio con la statale, sia per gli utenti del piano del Ranée, sia per chi transita sulla statale stessa. Tale evidente problema è stato posto anche dal Comune di Bianzone con il parere, favorevole con prescrizioni, rilasciato nel gennaio del 2023 da cui risulta: «Per quanto concerne le opere previste in progetto per la parte a nord della linea ferroviaria si chiede di valutare la possibilità di prolungamento del sottopasso anche oltre la ss. 38». Parere poi lasciato cadere nel vuoto e non più riproposto.

Perciò, il Comitato chiede e crede che sia possibile, ancora e nonostante i rifiuti subiti fino ad ora, un dialogo: sappiamo infatti che gran parte delle opere olimpiche è in ritardo rispetto ai tempi previsti, e che molte non saranno terminate nei tempi, oppure, a volte, nemmeno iniziate. Anche per il progetto di chiusura dei passaggi a livello di Bianzone l’avvio dei lavori era previsto agli inizi 2024; in seguito, è stato spostato al 25 novembre 2024 (scheda Simico), ma i lavori non sono ancora iniziati». L’opera di oltre 16.500.000 euro non è ancora partita, per cui «ribadiamo che è necessario sospendere l’attuale progetto e pensarne uno nuovo, questa volta condiviso con i cittadini. È tuttavia l’ultima possibilità. Gli espropri e le occupazioni dei terreni sono stati ormai eseguiti da Italferr e, senza un gesto di coraggio da parte dell’amministrazione comunale, i cittadini di Bianzone si troveranno fronte al fatto compiuto».

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