Cronaca / Tirano e Alta valle
Sabato 17 Dicembre 2016
Assemblea della Bps, niente Spa e grande incertezza
Nel corso dei lavori che si sono svolti questa mattina a Bormio, spiega una nota, ai soci «è stato rappresentato quanto deciso dal Consiglio di Stato e dal Tribunale di Milano», cioè la sospensione della trasformazione in società per azioni della banca, e «la conseguente impossibilità di tenere la parte straordinaria dell’assemblea».
L’assemblea della Banca Popolare di Sondrio, riunita oggi a Bormio, ha autorizzato la Banca a stipulare una polizza assicurativa “Directors & Officers Liabililty Insurance” a fronte della responsabilità civile verso terzi, compresa la società contraente, per i comportamenti non dolosi di amministratori e sindaci, estendibile ai componenti dell’organismo di vigilanza e ai dipendenti della banca e delle società controllate.
Nel corso dei lavori, spiega una nota, ai soci «è stato rappresentato quanto deciso dal Consiglio di Stato e dal Tribunale di Milano», cioè la sospensione della trasformazione in spa della banca, e «la conseguente impossibilità di tenere la parte straordinaria dell’assemblea». Un’esposizione, quella fatta dal presidente Francesco Venosta, che ha illustrato il clima di grande incertezza nel quale l’istituto ha dovuto operare negli ultimi giorni per prendere una decisione in merito alla trasformazione in società per operazioni.
Tutto congelato, quindi, almeno fino a gennaio in attesa delle decisioni della Corte Costituzionale e di un possibile provvedimento del governo, forse nel decreto su Mps o nel Milleproroghe, che stabilisca una sospensione di alcuni mesi della riforma.
Il decreto monocratico del Consiglio di Stato, che fissa al 12 gennaio la camera di consiglio dei giudici amministrativi per decidere nel merito sull’istanza arrivata da Sondrio, ha però di fatto un carattere più generale. E come già emerso giovedì sera il Consiglio ha infatti chiesto alla Corte Costituzionale di valutare se sia stato legittimo varare per decreto legge la riforma per la trasformazione in Spa degli istituti con attivi sopra gli 8 miliardi. La Corte, quindi, non sarà chiamata solo a sciogliere il nodo sul diritto di recesso, di per sé centrale, ma anche a stabilire se ci fossero i presupposti di necessità e urgenza indispensabili perché il governo potesse agire per decreto legge.
E l’intera riforma verrebbe travolta da una pronuncia della Corte che accogliesse questo rilievo aprendo comunque la strada alle sole azioni risarcitorie. Nessuna delle delibere delle altre banche sulla trasformazione (molte delle quali di grandi dimensioni come Bpm e Banco Popolare) può essere infatti impugnata.
Forti critiche all’operato dell’ex governo sulla riforma arrivano da Assopopolari, dai sindacati e dal M5s. Il Codacons ha chiamato i soci ad avviare le azioni risarcitorie: «Migliaia di soci delle banche popolari, nell’esercitare il diritto di recesso, hanno ricevuto rimborsi parziali delle proprie azioni, o addirittura hanno riscontrato l’esclusione totale di tale diritto da parte della banca - spiega il Codacons - Tale operazione, lesiva dei diritti dei soci, ha determinato forti perdite per gli azionisti fino all’80% di quanto investito»
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