Cronaca / Tirano e Alta valle
Mercoledì 25 Luglio 2018
Arnie distrutte, si segue la pista dell’orso
Ponte in Valtellina, gli alveari erano a quota 1.650 metri in Val Fontana, sono stati divelti e mangiato il miele. Sul luogo i tecnici della polizia provinciale e il veterinario dell’Ats: «Troppo presto per fare qualsiasi ipotesi».
Sette arnie delle 48 che l’apicoltore di Villa di Tirano, Peter Moltoni, ha collocato in Val Fontana, nel territorio comunale di Ponte in Valtellina, sono andate distrutte nei giorni scorsi e si ventila - ma non se ne ha, per ora, la certezza - che possa essere stato un orso. La scoperta di quanto accaduto Moltoni l’ha fatta venerdì scorso, ma è probabile che l’assalto sia avvenuto un giorno o più giorni prima, e sul luogo, avvisati dall’apicoltore, hanno fatto subito un sopralluogo nella giornata di sabato gli uomini della polizia provinciale e dell’Ats.
«Ho alveari in diverse località della Valtellina - spiega Moltoni -. I 48 apiari in Val Fontana sono quelli a maggiore quota, si trovano nella Piana dei cavalli a 1650 metri. Sono stati divelti, è stato mangiato il miele rimasto, ma è stata lasciata stranamente la covata. Devo dire che il danno non è enorme per me, più che altro è stato il trambusto. Però il problema non è nuovo e certo per gli apicoltori non è semplice gestirlo. La Regione sostiene nell’acquisto di recinti gli apicoltori già colpiti affinché nello stesso luogo non ricapitino predazioni, ma nel mio caso ho deciso di spostare subito le arnie sulle colline parmensi, dove già sono operativo con altre arnie. Non sono un esperto, ma quanto accaduto in Val Fontana è strano: perché l’animale non ha mangiato la covata? Sembrerebbe un orso giovane e un po’ maldestro».
La polizia provinciale di Sondrio e il veterinario dell’Ats hanno effettuato un sopralluogo, ma l’esito dello stesso sarà meglio definito fra qualche giorno. «È ancora presto per poter dare informazioni – spiega Maria Ferloni, tecnico faunistico della Provincia e referente territoriale per i grandi carnivori -. Il personale della guardia provinciale che è intervenuto aveva qualche dubbio, perché non ha trovato i segnali tipici dell’orso come unghiate, morsi e non ha rinvenuto peli. Non possiamo escludere che si sia trattato di un orso, ma neppure – al momento - ne abbiamo la certezza. Magari le arnie potrebbero essere state rovesciate e calpestate dalle mucche. In questi casi abbiamo appurato che è sempre meglio valutare con calma ed evitare smentite».
Peraltro secondo la polizia della Provincia pare che non si sia trattato di una predazione recentissima, ma di qualche giorno prima rispetto alla scoperta e al sopralluogo, dunque – se fosse stato un orso – sarebbe potuto tornare. Ora è stata collocata una fototrappola che, però, non ha dato riscontri, fors’anche perché gli alveari sono stati spostati. Quanto alla presenza di orsi in zona, il 23 maggio scorso è stato segnalato il passaggio di un orso sopra Bianzone, che è stato casualmente fotografato in una fototrappola. In seguito è stato segnalato in Svizzera, in una zona poco lontana dal confine. Gli svizzeri hanno visto una traccia sulla neve e si è presunto che si trattasse dello stesso orso immortalato a Bianzone. Plantigrado che, però, non ha mai fatto e si è sempre comportato in modo pacifico.
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