Alta Valle, le minoranze non ci stanno: «Pochi soldi sul Morelli dalle olimpiadi»

Il tema della sanità resta caldo in Alta Valtellina, e non solo, e le minoranze di Valfurva, Valdisotto, Sondalo, Grosio e Grosotto mettono le mani avanti in vista dalla riunione della Conferenza dei sindaci fissata per martedì pomeriggio nell’aula magna dell’ospedale di Sondrio.

«Auspichiamo che in quel consesso i sindaci della provincia di Sondrio affrontino con determinazione la drammaticità della situazione in cui versa tutta la sanità di montagna e tengano conto - dicono - anche delle considerazioni che svolgiamo, come minoranze, dell’Alta Valtellina rispetto alle criticità che ci riguardano». In particolare, i componenti di “Valfurva Viva”, “Valdisotto dinamica”, “Siamo Sondalo”, “Grosio è futuro” e “Grosotto bene comune”, evidenziano come «la distribuzione delle risorse olimpiche sulla sanità non garantisca alcuna ricaduta reale a garanzia dell’ospedale Morelli post olimpiadi e come le delibere regionali destinino al Morelli solo 3,24 milioni di euro al nostro ospedale sui 120 milioni trasferiti in valle per investimenti sanitari. É vero che sono pur sempre investimenti importanti, ma rappresentano una modestissima frazione dell’intero e suscitano più di una perplessità le spese per oltre 20 milioni destinate ai policlinici provvisori di Bormio e di Livigno. Ancora, non abbiamo notizie circa lo stato di avanzamento dei lavori per il recupero del VI padiglione del Morelli, circa i tempi di attivazione dell’ospedale di comunità che vi è previsto e di altri investimenti promossi da Asst con l’ultimo Poas. E non risultano neppure finanziamenti significativi in tema di attuazione della legge Borghetti sulle Unità spinali che, se attuata, permetterebbe una ulteriore ripresa di attività delle specialità presenti a Sondalo».

Le minoranze consigliari, poi, tornano sul tema della formazione e chiedono lumi circa «l’ipotesi di attivare a Sondalo una sezione del corso universitario di Infermieristica - dicono - che permetterebbe di formare operatori residenti nel territorio e assolutamente necessari a garantire i servizi sia ospedalieri sia territoriali nonché delle strutture sociosanitarie». E, ultimo, ma non ultimo, l’argomento sempre di stretta attualità, purtroppo, delle liste d’attesa in accesso a visite ed esami. «Rimarchiamo l’assenza di iniziative per l’attuazione in valle della legge Schillaci sulle liste d’attesa - dicono i rappresentanti di minoranza - e la mancanza di informazioni all’utenza di fatto privata della possibilità di accedere ai percorsi individuati dalla legge. Registriamo anche il malessere di tantissimi operatori sanitari sempre più esasperati dal dover lavorare in contesti confusi e senza prospettive».

Una situazione che, secondo i rappresentanti di minoranza, sta implodendo. «In questo contesto - assicurano - ci impegniamo a proseguire con momenti di confronto e nella promozione di iniziative congiunte perché resti sempre alta l’attenzione ai problemi della sanità di valle da parte delle nostre istituzioni, che da sempre si sono presentate divise sul tema. Il problema è che, ora, siamo a un punto di non ritorno»

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