Cronaca / Tirano e Alta valle
Lunedì 23 Aprile 2018
Allarme sopra Grosio. Elicotteri al lavoro e ore d’apprensione
Un pauroso incendio con le fiamme che divorano le piante, scena visibile anche dal paese, ha distrutto parecchi ettari di bosco nel primo pomeriggio di ieri a Sulena.
Un pauroso incendio con le fiamme che divorano le piante, scena visibile anche dal paese, ha distrutto parecchi ettari di bosco nel primo pomeriggio di ieri a Sulena, località di Grosio sopra il campo sportivo, a quota 1.300 metri. Le prime avvisaglie di quello che stava accadendo sono state notate verso mezzogiorno, ma forse sono state sottovalutate pensando che fosse semplicemente qualche contadino che nonostante i divieti avesse acceso il fuoco per bruciare delle sterpaglie. Che si trattasse di qualcosa di più grosso, invece, lo si è capito più tardi e allora l’asseassore Roberto Baitieri ha dato l’allarme. Dall’aeroporto di Orio al Serio si sono alzati in volo due elicotteri della Protezione civile che per l’intero pomeriggio hanno sorvolato la zona col doppio intento di spegnere le fiamme e di mettere in sicurezza le baite nelle vicinanze del rogo. Un Canadair è poi arrivato da Genova, a cui si è aggiunto un elicottero Erickson da Orio al Serio, facendo così salire a quattro i mezzi coinvolti. «Il prefetto Giuseppe Mario Scalia si è immediatamente messo in contatto con me - rivela il sindaco Antonio Pruneri -, visto che la zona dell’incendio è impervia e vasta, con un centinaio di metri di dislivello, per spegnere le fiamme non si può certo utilizzare la pista “gippabile” che arriva in zona, ma serve l’intervento dall’alto. Per questo motivo ho chiesto l’invio di più elicotteri, in maniera che l’intervento di spegnimento potesse essere celere e tempestivo».
Per l’intero pomeriggio i mezzi hanno fatto la spola fra il bosco, muovendosi con abilità in mezzo al fumo, e i vasconi di Grosotto di proprietà di A2A. Nei grosini, vedendo le fiamme da lontano, il ricordo è corso al terribile incendio che una decina di anni fa devastò per giorni la montagna sopra Menaruolo.
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