Cronaca / Tirano e Alta valle
Sabato 23 Marzo 2024
A Tirano in scena la Passione di Cristo
Un evento che venerdì sera ha coinvolto cento persone fra figuranti e cantori e altre cinquanta che si sono occupate di viabilità e logistica. Centocinquanta tiranesi che, con convinzione ed entusiasmo, hanno partecipato al progetto del parroco don Stefano Arcara
«Volevamo trasmettere emozioni e siamo convinti che, attraverso l’arte e il teatro, ognuno abbia potuto fare un’esperienza interiore, e rielaborare, a proprio modo e con la propria sensibilità, i grandi temi che la storia di Gesù permette di sperimentare: il tradimento, il rinnegamento, il dolore e la sofferenza fisica, ma anche grandi valori come l’amore, la carità, la fedeltà ad un rapporto». Con queste parole il parroco di Tirano, don Stefano Arcara, spiega i principi che hanno sostenuto la rappresentazione della Passione di Cristo andata “in scena”, è il caso di dirlo, venerdì sera nel centro storico cittadino.
Un evento che ha coinvolto cento persone fra figuranti e cantori e altre cinquanta che si sono occupate di viabilità e logistica. Centocinquanta tiranesi che, con convinzione ed entusiasmo, hanno partecipato al progetto. Per scelta non è stata proposta una preghiera iniziale e finale, ma è stato chiesto il silenzio ai presenti perché l’arte, come dice don Stefano, è comunque un’esperienza personale. Apprezzata la compostezza con cui la Passione è stata seguita negli otto quadri: l’Ultima cena, l’Orto degli ulivi con il tradimento di Giuda e Gesù che prega, il rinnegamento di Pietro che, accusato, dice «Io non lo conosco», il processo ebraico con il sommo sacerdote, il processo romano con Pilato e la flagellazione, la scena del Cireneo che aiuta Gesù a portare la croce, l’incontro con la Madre ed, infine, al Castellaccio la crocefissione. «Da tempo desideravo realizzare la Passione di Gesù e, una volta arrivato a Tirano, ho trovato lo stesso desiderio in un gruppetto di persone – racconta don Stefano -. Peraltro alcuni scorci e luoghi della città si prestavano alla rappresentazione come i resti del Castellaccio ad indicare la mura fuori dalla città. Abbiamo coinvolto Cristina Turella per la regia e Michele Falciani che subito hanno aderito. Il coro maschile Monti Verdi e il gruppo vocale femminile D’altro canto hanno accompagnato le scene con delle vocalizzazioni». Il racconto della Passione è stato affidato alla fisicità e trasporto emotivo dei figuranti e alle registrazioni di pagine del Vangelo. La registrazione ha evitato così di utilizzare microfoni per i figuranti e anche disguidi dell’ultimo minuto fra vento o altro. Intense ed emozionanti alcune scene come fossero tableaux vivants e che, in alcuni casi, hanno rimandato ad opere d’arte come l’Orazione nell’orto di Andrea Mantegna. Suggestivo l’ultimo quadro della crocefissione, al castello di Santa Maria, che è stata evocata con rumori come il battito di chiodi e il tuono di un temporale, mentre la morte con le voci del Vangelo fino alla comparsa simbolica di una croce luminosa.
«È stato un grandissimo lavoro della comunità che ha risposto, ma ne ero certo, molto bene – dice il parroco -. Abbiamo vestito più di cento figuranti; alcuni costumi erano davvero molto belli. Ringrazio tutti quanti hanno partecipato e ci hanno aiutato e le persone che hanno messo a disposizione luoghi o oggetti».
Di seguito il videoservizio sulla rappresentazione della Passione.
A Tirano va in scena la Passione. Video di Clara Castoldi
© RIPRODUZIONE RISERVATA