Cronaca / Valchiavenna
Lunedì 25 Settembre 2017
Wine Festival, laboratori del gusto
da tutto esaurito
Chiavenna, soddisfatto il Consorzio tutela vini: «Esordio positivo, abbiamo imboccato la strada giusta». Venduti 250 ingressi - Piace la sfida Sforzato-Amarone.
Buona la prima. Non ci sono stati dubbi al termine del Valtellina Wine Festival, la manifestazione che nel weekend ha visto protagoniste nei palazzi storici di Chiavenna cento etichette valtellinesi, alle quali si sono affiancati vini tra i più rappresentativi a livello italiano.
L’iniziativa, promossa dal Consorzio di tutela dei vini della Valtellina, ha portato nella città della Mera addetti ai lavori, appassionati e semplici curiosi per una due giorni dedicata alla scoperta di varie esperienze enologiche.
I laboratori che si sono tenuti sabato a palazzo Vertemate e ieri al Pestalozzi hanno fatto segnare il tutto esaurito e anche alle degustazioni, che si sono svolte ieri all’ex convento dei Cappuccini e a palazzo Salis, si è registrata una buona affluenza, con circa 250 ticket venduti. Non si è trattato di una due giorni dai numeri eccezionali. Questo aspetto si spiega sia con il fatto che è stata la prima edizione, sia con la scelta di puntare sulla qualità, differenziandosi da altre rassegne di tutto rispetto, ma con obiettivi diversi e per certi versi un po’ più popolari, visto che ieri il tagliando costava 35 euro.
Di manifestazioni dedicate al vino locale in passato ne sono state organizzate tante, ma stavolta - nei laboratori e al “palazzo dell’ospitalità”, il Salis - c’è stata anche la presenza di vini di altre regioni, dal Piemonte al Friuli per scendere fino alla Sicilia, con altre zone prestigiose come ad esempio le Langhe con il Barolo, la Toscana con il Chianti classico, la Valpolicella con l’Amarone - protagonista di un confronto con lo Sforzato dedicato all’appassimento delle uve come progetto - e la Franciacorta.
Non a caso “ibridarsi è bello” è stato uno degli slogan scelti per spiegare la scelta di proporre insieme vini di terre lontane. I visitatori, soprattutto quelli provenienti dall’estero, hanno trovato quindi non solo la Valtellina, ma anche una ricca vetrina del resto del Belpaese. I veri e propri appassionati hanno preso parte ai WineLab ascoltando le spiegazioni dei produttori, altri si sono affidati alle illustrazioni dei sommelier nei palazzi per scoprire storie e sapori.
«Credo che sia stato un esordio positivo, soprattutto dal punto di vista delle relazioni», ha sottolineato Mamete Prevostini, presidente del consorzio che ha promosso la manifestazione e riunisce circa cinquanta aziende per un totale di 3,5 milioni di bottiglie all’anno, con un fatturato complessivo in costante crescita, a dimostrazione dell’apprezzamento raccolto sul mercato. «Abbiamo bisogno di farci conoscere dal pubblico italiano e straniero come zona importante di produzione e ibridarsi con zone viticole importanti, forti di una storia diversa dalla nostra, ci aiuta a crescere», ha aggiunto Prevostini.
Secondo i produttori valtellinesi il bilancio è stato positivo. Francesco Folini, rappresentante di Coldiretti giovani impresa per la provincia di Sondrio, ha promosso la formula e gli obiettivi. «Con questo festival è stato proposto un connubio fra vini e storia. Il confronto con realtà prestigiose è stato prezioso per crescere e comprendere come offrire più opportunità al nostro territorio, osservando le specificità delle produzioni del resto del Paese e credendo nelle nostre potenzialità».
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