
Cronaca / Valchiavenna
Lunedì 14 Marzo 2016
Violino di capra e Slow food. Per il presidio una nuova stagione
Chiavenna intende rinsaldare i rapporti per rilanciare il prodotto simbolo. «Dal settore ovicaprino nuovi posti di lavoro e opportunità in vista per il territorio».
Chiavenna e Slow food: la nuova fase del presidio del violino passa dalla realizzazione di macello. Ieri, in occasione della tradizionale mostra di primavera dell’Associazione produttori ovicaprini, istituzioni e categorie produttive hanno presentato le proposte finalizzate alla soluzione di due problemi. Il primo è il rischio, emerso nel 2015 a Expo, di vedere svanire il presidio Slow food del violino di capra. L’altro è l’assenza di un macello in valle.
A Pratogiano, al termine della sfilata dei capi portati in piazza dagli allevatori, il sindaco di Chiavenna Luca Della Bitta ha annunciato la soluzione del problema relativo al tipico salume, al fianco del vicepresidente di Slow food Lorenzo Berlendis. «Negli ultimi periodi c’erano segnali di stanchezza – ha spiegato -. Abbiamo unito i protagonisti di questa storia per rilanciare quest’importante presidio. Facciamo sul serio e ci prendiamo un impegno: costruire una condotta (una sede locale, ndr) di Slow food nella nostra città. Con le note del violino di capra Chiavenna vuole raccontare la propria musica».
Stefano Masanti, nel ruolo di vicepresidente della Camera di commercio e di produttore di violino, aveva chiesto all’Apoc di attivarsi per risolvere i problemi del settore. «Gli allevatori sono garanti di qualità del prodotto e disponibilità della materia prima, ecco perché questo impegno è importantissimo», ha rilevato ieri lo chef stellato di Madesimo.
Si avvicina, intanto, la realizzazione di un macello per gli ottanta allevatori della valle della Mera, un’operazione che verrà curata e finanziata – anche se le cifre per ora non sono state rese note - dalla Comunità montana e realizzata con l’intervento di un’azienda di Modena.
Il presidente Cinzia Capelli ha illustrato il punto di vista della Cm. «Questa è un’occasione di speranza per il nostro territorio. Dal rilancio del presidio possono arrivare posti di lavoro per i giovani nei settori dell’agricoltura e dell’allevamento. Ma c’è anche un supporto a coloro che riescono a mantenere in condizioni adeguate il territorio lavorando in montagna».
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