Cronaca / Valchiavenna
Giovedì 07 Dicembre 2017
Un solo biglietto per sciare sui due versanti dello Spluga
Dal 20 gennaio: i soggetti interessati che operano nei due territori sono pronti a sottoscrivere un protocollo d’intesa.
Un solo biglietto per sciare sui due versanti del Passo Spluga. Dopo tanti progetti Interreg realizzati insieme, la Comunità montana della Valchiavenna, i Comuni di Madesimo, Campodolcino, San Giacomo Filippo e Splügen, la Region Viamala e i tre consorzi turistici che operano nei due territori sono pronti a sottoscrivere un protocollo d’intesa per la realizzazione di un progetto di valorizzazione dell’area transfrontaliera del Passo Spluga quale meta turistica invernale. Un’iniziativa innovativa e sperimentale che verrà proposta a partire dal 20 gennaio per dieci weekend, fino a marzo.
Sci, ma non solo, insomma, per due comprensori turistici divisi dal confine, ma uniti da radici e caratteristiche comuni. Ci saranno servizi di navetta con pullman e gatto delle nevi attrezzato per il trasporto delle persone per consentire gli spostamenti di turisti e sportivi verso il valico dello Spluga. Basterà quindi un solo pass per sciare sulle piste di due stati diversi e per partire dalla Svizzera e arrivare in Italia oppure compiere il percorso inverso.
L’ente promotore dell’iniziativa per la parte italiana è la Cm della Valchiavenna, che sosterrà i costi legati al servizio navetta. Sul fronte svizzero c’è stato il supporto prezioso di Claudia Kleis, ex sindaco di Thusis e rappresentante della Regione Via Mala. «L’obiettivo è trovare un nuovo modo di collaborare fra i due Paesi - spiega -. Finora, siccome il passo è rimasto chiuso in inverno, quando chiude il valico praticamente finisce la collaborazione. L’anno scorso il sindaco Franco Masanti mi aveva chiesto di parlare con la società degli impianti di sci di Splügen, per capire se ci fosse la possibilità di sciare insieme, su entrambi i versanti. Eccoci qui».
L’aspetto centrale è quello delle modalità di trasporto. «Abbiamo valutato varie ipotesi e abbiamo trovato un gatto adeguato anche al trasporto di persone. Questo mezzo partirà da Montespluga e arriverà fino sotto alla galleria del versante nord. Da lì la gente potrà andare a sciare dirigendosi verso le piste. Questo è un caso unico soprattutto per il modo. Abbiamo, in Svizzera, anche altre località dove si può sciare su due versanti, ad esempio Samnaun/Ischgl. Qui sullo Spluga, però non ci sono gli impianti. Sarà un esperimento a tempo, poi si valuterà, cercando eventuali miglioramenti in futuro, dopo questa prima fase».
Nel gatto delle nevi entreranno dieci persone, quindi ogni giorno potranno essere coinvolti sessanta sciatori. Non si può trascurare l’aspetto della sicurezza. «Quando c’è molta neve sul passo, soprattutto sul versante svizzero, c’è il pericolo di slavine e bisogna fare molta attenzione. L’offerta ci sarà soltanto quando le condizioni saranno sicure e su prenotazione. Non sarà possibile andare alla biglietteria al mattino e acquistare il ticket transfrontaliero».
Questo progetto ricorda la valenza delle comunicazioni, proprio come avviene nella bella stagione con la Via Spluga. Forse potrebbe essere un passaggio intermedio in vista di un’apertura più prolungata del passo. «Si può provare, ma bisogna sempre tenere presente che sulla parte svizzera la strada è pericolosa d’inverno e tenerla aperta è abbastanza costoso. Magari si riuscirà a trovare un modo per tenerlo aperto di più in termini di tempo o in certi orari. Ma penso che non siamo ancora giunti a questo punto. Credo che adesso sciando su entrambi i versanti si vedrà meglio quali sono le condizioni di sicurezza e capire se in futuro sarà possibile andare facilmente sui due versanti».
Intanto si è tornati, in Valchiavenna, a parlare dell’ipotesi del “sommitale dello Spluga”. «Ho parlato l’anno scorso con il senatore Mauro Del Barba di quest’idea, ma per il momento non l’abbiamo approfondita. Secondo me potrebbe essere una possibilità. Certo, bisogna analizzare con profondità la situazione: passano pullman, camper e roulotte. La strada non è stata costruita per questo tipo traffico. Anche utilizzando il sommitale non si potrebbero eliminare tutti i problemi. Quando c’è la neve, quando l’asfalto è ghiacciato, la sicurezza deve essere sempre al primo posto».
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