«Un grazie a chi mi ha aiutato a far nascere Sofia sulla strada»

Chiavenna

«A me piace davvero lanciare il messaggio che il parto improvviso, ma naturale, è finito così bene che la mia bambina, nonostante la diagnosi di iposviluppo e il suo successivo basso peso è stata dimessa dall’ospedale Manzoni di Lecco dopo soli due giorni e viene allattata esclusivamente al seno e a richiesta. Si alimenta unicamente con il latte materno, senza aggiunte di quello artificiale. La natura fa le cose fatte bene...».

Così, raggiante, nelle scorse settimane, Maria Cristina Mori, 45 anni, milanese trapiantata nella bresciana Corteno Golgi, al confine con Aprica, in Valtellina, la mamma di Sofia, la piccina che lo scorso 13 febbraio “è nata sulla strada”, come bene certificò anche la funzionaria del Comune di Piantedo, Francesca Broglio, dove la mamma si recò per l’iscrizione all’anagrafe.

Giovedì, la donna si è messa al volante della sua auto e, dopo oltre un’ora e 35 minuti di viaggio lungo le impegnative strade di montagna, ha raggiunto la caserma dei carabinieri della Compagnia di Chiavenna, ora guidata in via provvisoria dal luogotenente Giuseppe Cacicia, dove i militari la aspettavano per un cordiale incontro. Due carabinieri dell’importante presidio dell’Arma valchiavennasca, quel giorno, infatti, avevano fortemente contribuito al lieto evento.

«Desideravo incontrarli per ringraziarli di persona per quanto avevano fatto - dichiara Maria Cristina Mori - e come piccolo gesto ho voluto portare loro alcune scatole e barattoli di cioccolatini, da consumare con i colleghi durante una pausa del loro pesante lavoro al servizio della collettività».

E Massimiliano Santarelli, il capo pattuglia, ha a sua volta regalato a nome dei colleghi una tutina alla piccola con un bel biglietto di accompagnamento: «Un piccolo pensiero per te che ci hai dato la possibilità di vivere una grande emozione». E La piccola aveva una diagnosi di iposviluppo, ecograficamente - pochi giorni prima del parto avvenuto sull’auto dei genitori, ferma alla piazzola della variante di Morbegno, con la preziosa assistenza degli operatori di ambulanza e automedica - il peso previsto era di 2,240 grammi, quando è uscita dalla pancia di mamma otto grammi meno ed era lunga 44,5 centimetri.

«Si è trattato di un parto podalico, ossia è uscita con i piedi e all’ultimo con la testina - spiegò Maria Cristina - tutto è avvenuto in modo naturale ed è stato veloce. Avrebbe dovuto nascere due settimane dopo. Invece aveva fretta di venire al mondo. Quella mattina siamo partiti alla volta di Lecco: sentivo alcune contrazioni, quindi eravamo attesi per i necessari controlli. Invece è nata in Valtellina». E la donna, nell’incontro a Chiavenna, durato circa 40 minuti, ha confermato di avere scritto al generale dei carabinieri e al prefetto di Sondrio per fare loro sapere dello straordinario intervento fatto dal brigadiere capo qualifica speciale Massimiliano Santarelli e dall’appuntato scelto Simone Stangherlin del Norm di Chiavenna che, come gli fu riferito, con coraggio e prontezza, rischiando di essere investiti, bloccarono il traffico sulla tangenziale per consentire l’atterraggio di un elicottero di Areu con l’equipe medica pronta a trasferire madre e figlioletta nel nosocomio del capoluogo lecchese.

«Mi hanno regalato una tutina bellissima per Sofia - commenta la donna - e al primo compleanno chiederò di nuovo il permesso per tornare a trovare i carabinieri e portare loro altri squisiti cioccolatini nei barattoli di vetro e nelle scatole. Sofia sta crescendo bene: in 5 settimane ha preso oltre un chilogrammo di peso, bevendo solo il latte materno».

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