Tragedia in Val Masino: fatale il distacco di uno sperone di roccia

Hanno assistito impotenti alla tragedia che si è consumata a pochi passi da loro, hanno visto uno sperone di roccia staccarsi e i tre colleghi precipitare per duecento metri, inghiottiti dal vuoto. E ora la testimonianza dei due militari del Soccorso alpino della Guardia di finanza che si trovavano insieme alle tre vittime della tragedia del precipizio degli Asteroidi in Val di Mello, nel territorio comunale di Val Masino, potrà aiutare a ricostruire quello che è accaduto a Luca Piani, 32 anni, originario di Tirano ma ora residente a Sondrio; Alessandro Pozzi, 25 anni, residente a Valfurva, e Simone Giacomelli, il più giovane, di 22 anni, che abitava a Valdisotto.

Ai colleghi della Stazione di Sondrio, guidata dal luogotenente Cristian Maioglio, che ora indagano per fare piena luce su quanto accaduto, i due testimoni della tragedia avrebbero raccontato di aver visto uno sperone di roccia cedere e una delle vittime, che vi era appoggiata con i piedi, precipitare nel vuoto e trascinare gli altri della cordata.

Da quanto appreso, tutti e cinque si erano assicurati ad una sosta, erano arrivati quasi in cima, pronti a ripartire e fare un altro “tiro”, l’ultimo. Le due cordate erano a pochi passi l’una dall’altra quando si è consumato il dramma. Tutto è accaduto in pochi istanti ed è difficile al momento dire con certezza cosa abbia causato la caduta fatale per duecento metri, cosa possa aver provocato il cedimento della sosta.

Una delle ipotesi è che uno dei tre, dopo essere ripartito, sia caduto: la tensione della corda che lo legava agli altri compagni potrebbe aver provocato lo strappo dalla parete e i tre sono finiti nel vuoto. In mattinata si è svolto in Procura a Sondrio un vertice tra il procuratore Piero Basilone, il sostituto titolare dell’indagine, Chiara Costagliola, pubblico ministero di turno al momento della tragedia, il comandante provinciale della Guardia di finanza, colonnello Giuseppe Cavallaro, e alcuni investigatori del Sagf a cui sono state affidate, come detto, le indagini. Il procuratore ha disposto l’autopsia sui corpi dei tre giovani militari, verranno effettuate sabato mattina in obitorio a Sondrio, dove si trovano da mercoledì pomeriggio le salme. Il fascicolo d’indagine, con ipotesi di reato omicidio colposo, è a carico di ignoti. L’allarme è scattato mercoledì pochi minuti prima delle 13.

Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 con l’elicottero decollato dalla base di Caiolo, i tecnici del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico, i vigili del fuoco e i carabinieri della Compagnia di Sondrio. Soccorsi che però si sono rivelati, purtroppo, inutili. I tre giovani valtellinesi sono morti sul colpo e i soccorritori non hanno potuto fare altro che recuperare le salme. Simone Giacomelli e Alessandro Pozzi, arruolati nella Gdf soltanto nel 2022, prestavano servizio nella Stazione Sagf di Madesimo, guidata da Alessia Guanella, mentre Piani faceva parte della squadra del luogotenente Christian Maioglio nella caserma del capoluogo valtellinese. Avevano deciso di dedicare la loro vita a soccorrere e salvare, tre autentici angeli della montagna, sempre pronti a rischiare la propria vita per quella degli altri. Ma mercoledì proprio loro, giovani e appassionati soccorritori del Sagf, e proprio mentre si stavano esercitando, affinavano le loro abilità e competenze sul campo per poi essere pronti e preparati quando sarebbero stati chiamati ad intervenire.

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