Cronaca / Valchiavenna
Venerdì 09 Giugno 2017
Suor Laura, per la Valle è già Beata
Chiavenna, l’intervento del vescovo per la messa in ricordo della religiosa uccisa nel 2000 da tre minorenni. «Spero che la causa abbia un cammino rapido. Per la comunità di Chiavenna il suo esempio resta sempre vivo».
«Il mio auspicio è che la sua causa di beatificazione possa avere un cammino rapido». È questa la convinzione del vescovo di Como, monsignor Oscar Cantoni, espressa martedì in occasione del diciassettesimo anniversario dell’assassinio di suor Maria Laura Mainetti, uccisa a Chiavenna da tre ragazze, allora minorenni, il 6 giugno del 2000.
«Ho a cuore l’iter per la sua beatificazione – sottolinea Cantoni -. Ho contattato personalmente la Congregazione per le Cause dei santi e prego perché la testimonianza di fede di suor Maria Laura possa essere di esempio per tutti».
Un auspicio condiviso dai molti fedeli – erano ben 250 – che martedì si sono ritrovati a Chiavenna per la Messa di suffragio e la conferenza serale con Francesca Consolini, postulatrice della causa di beatificazione di suor Mainetti. Tra i presenti nella collegiata di San Lorenzo c’era anche monsignor Ambrogio Balatti, arciprete di Chiavenna dal 1994 al 2016. «Quella di suor Maria Laura – ha raccontato monsignor Balatti – resta una testimonianza indelebile, un atto eroico di carità e fede. Lei stessa, quando si rese conto di essere stata attirata con l’inganno nel luogo dove poi sarebbe stata uccisa, falliti i tentativi di far desistere le tre ragazze, chiese perdono a Dio per il loro gesto. Le ragazze – ha continuato il sacerdote – volevano dimostrare che il male era più forte del bene, in realtà hanno incontrato una suora che incarnava il bene, la forza dell’amore e non sono riuscite a vincerlo. Suor Maria Laura ha vissuto da santa e ha coronato la sua vita da santa con il martirio».
Don Balatti l’ha raccontato in moltissime occasioni alle comitive di fedeli – spesso giovani – che hanno visitato il luogo dell’omicidio e martedì l’ha ribadito raccogliendo gli applausi commossi della comunità. «Venne uccisa a metà dell’anno santo 2000. Un particolare importante. Indicava un passaggio di epoca, come a ricordarci che da quel momento la fede avrebbe dovuto essere testimoniata con la vita. Proviamo a pensare quanti casi di persone che hanno pagato un prezzo altissimo per la cattiveria di chi avevano vicino. La storia ci dimostra che la fede non si vive solo in teoria, ma va calata nella realtà e si scontra con un mondo che vuol fare prevalere il male».
L’omicidio scosse profondamente l’animo dell’intera comunità. «La morte di suor Maria Laura, dopo diciassette anni è ancora una ferita aperta – afferma monsignor Andrea Caelli, arciprete di Chiavenna – e un dolore che deve essere rielaborato. E lo stiamo facendo a partire dalla spiritualità di questa religiosa, dai suoi silenziosi gesti di carità: la sua morte è stato un martirio, perché già in vita ha vissuto santamente». Il giorno 6 di ogni mese i fedeli si ritrovano a dire il rosario lungo il sentiero che conduce al parco delle Marmitte dei giganti, nel luogo dell’assassinio. Lungo l’itinerario ciclo pedonale che porta dalla zona di piazza Castello a Prosto di Piuro è stata posta una croce di granito con la scritta “Se il chicco muore porta frutto”.
I segni dell’insegnamento di suor Mainetti, a Chiavenna, sono ben visibili. Lo sono sia nelle esperienze private di coloro che l’hanno conosciuta nei decenni del suo impegno con studentesse e più in generali con tutta la comunità, ma anche nelle attività educative e di carità come la scuola dell’infanzia e il centro dedicato alle persone in difficoltà.
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