Cronaca / Valchiavenna
Mercoledì 19 Dicembre 2018
«Sull’ex filatura il Comune ci ripensi»
In una nota ufficiale l’Unione commercio della Valchiavenna si dice contraria al progetto commerciale. Il sindaco di Prata: «Fuori luogo formulare osservazioni contrarie all’attuazione di quanto è già previsto e vigente».
Pollice verso anche dall’Unione commercio. Non piace nemmeno ai negozianti della Valchiavenna l’insediamento di una nuova zona commerciale nell’immobile dell’ex filatura di Prata Camportaccio. Dopo quella del Comune di Chiavenna, è arrivata ieri la bocciatura anche da parte dell’associazione mandamentale guidata da Igor Micheroli.
«Condivisione assoluta della perentoria presa di posizione espressa dall’amministrazione comunale di Chiavenna - si legge in un comunicato diffuso ieri -. L’Unione del commercio e del turismo è totalmente e fortemente contraria all’ipotesi di un nuovo insediamento commerciale nell’area “Tanno ex filatura Valmide”. La rete dei piccoli negozi del Comune di Prata Camportaccio e di quelli limitrofi, Chiavenna compresa, subirebbe un ulteriore grave danno. Anche considerato che l’area è già oggi caratterizzata da un’eccessiva concentrazione di medie e grandi strutture, fin troppo numerose e spiccatamente sovradimensionate». Una posizione, come quella del Comune di Chiavenna, già espressa nei mesi scorsi, in occasione della prima adozione del piano. C’era stato anche un incontro con il Comune: «Nell’occasione, la rappresentanza dell’Unione - la presidente provinciale Loretta Credaro con il direttore Enzo Ceciliani, il presidente mandamentale Igor Micheroli e Mauro Romeri - avevano ricevuto dal sindaco Tarabini segnali di apertura al confronto sul tema e quelle che erano sembrate rassicurazioni in merito alla volontà di condividere con l’Unione del commercio gli sviluppi relativi alla questione della riqualificazione dell’area e un’analisi generale sul tema dello sviluppo del commercio nella zona e nei comuni limitrofi. Purtroppo, però, ci troviamo di fronte di fatto al primo tassello per spianare la strada all’ennesimo insediamento di una struttura commerciale di consistenti dimensioni, che per le sue caratteristiche rappresenterebbe, come detto, un danno assoluto al già fragile equilibrio della rete della distribuzione commerciale».
L’invito, probabilmente un po’ fuori tempo massimo ormai, è quello di ripensarci: «L’Unione rivolge un forte appello all’amministrazione comunale perché a prevalere siano scelte ponderate e lungimiranti, tali da salvaguardare l’equilibrio della rete commerciale, valore che non può essere sacrificato in cambio di effimeri e irrisori, ancorché immediati, vantaggi economici. Si darebbe anche un importante segnale di rottura rispetto alle logiche miopi che hanno purtroppo caratterizzato per lunghi anni le scelte di molte amministrazioni comunali».
Immediata la replica del sindaco di Prata, Davide Tarabini: «Voglio precisare che non si tratta di un nuovo insediamento commerciale, ma le destinazioni d’uso dell’ambito di trasformazione sono state individuate e approvate nel Piano di governo del territorio del 2009. Troviamo veramente fuori luogo e pretestuoso formulare osservazioni contrarie all’attuazione di quanto è già previsto e vigente, che rappresenta un diritto per il privato e un dovere per l’ente pubblico. In questa fase la variante riguarda unicamente la pianta e l’altezza di un fabbricato edilizio ed eventuali osservazioni potevano essere trasmesse all’ente, come richiesto a tutte le parti sociali, Unione del commercio compresa, e non all’ultimo minuto a mezzo stampa».
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