Sondrio in lutto per la scomparsa di Don Silverio Raschetti

Non solo la comunità religiosa, ma l’intera città è in lutto per la morte, all’età di 85 anni, di don Silverio Raschetti, indimenticato prevosto della parrocchia Beata Vergine del Rosario dal 1981 al 2010.

Dopo anni di malattia, negli ultimi giorni le condizioni di salute del sacerdote si sono aggravate e sabato è spirato a Como, dove era ospite della Rsa della Casa Divina Provvidenza dell’Opera Don Guanella. Subito la notizia ha raggiunto Sondrio e in tanti hanno voluto ricordare un prete che, anni prima che papa Francesco cominciasse a parlare di “Chiesa in uscita” e a insistere sul tema della misericordia, è stato capace di amore e accoglienza verso chiunque bussasse alla sua porta. Don Silverio è stato uomo di misericordia, capace di far emergere “il primato del vissuto”, come amava dire lui, per aprirsi agli uomini e alle donne che incontrava, senza porre etichette o giudizi.

Nato a Forcola il 28 aprile 1939, ma originario della parrocchia San Giuseppe di Sirta, don Silverio era il primogenito di papà Lino - rientrato dalla Russia tempo dopo il termine della seconda guerra mondiale, quando ormai lo si credeva disperso - e mamma Maria Vittoria Mottalini, fino al 2002 in casa parrocchiale con il figlio.

Durante gli anni di seminario, iniziato già con le scuole medie, la famiglia di don Silverio si trasferì a Sondrio. E lui, ricevuta l’ordinazione presbiterale il 28 giugno 1964 nella cattedrale di Como dal vescovo Felice Bonomini, il giorno seguente celebrò la prima Messa nella collegiata dei Santi Gervasio e Protasio, affiancato da don Giovanni Maccani, suo padre spirituale. Tra i compagni di ordinazione si possono ricordare monsignor Ambrogio Balatti, a lungo arciprete di Chiavenna, il vescovo Dante Lafranconi e il semoghino don Enrico Lanfranchi, ma anche don Giuseppe Paggi di San Cassiano e il bormino don Ugo Sertorelli.

Destinato a Sondalo come vicario parrocchiale, don Silverio animò le prime esperienze di oratorio, portano sempre nel cuore decine di giovani. Poi, dopo otto anni, nel 1972 fu chiamato a trasferirsi nel seminario minore a Como, dove fu educatore e animatore dei giovani alunni.

Nel 1981 si rese vacante la Parrocchia Beata Vergine del Rosario, della quale era stato primo parroco don Maccani, e don Silverio fu chiamato a guidarla, succedendo a don Giuseppe Pozzi. Vi fece l’ingresso il 22 novembre 1981. Affiancato dai vicari don Gerardo Bernasconi, don Pietro Mitta e don Ferruccio Citterio, poi dai collaboratori don Rodolfo Sterlocchi e don Alberto Fasola, vi rimase fino all’estate 2010, quando a Sondrio nacque la nuova Comunità pastorale, della quale don Silverio fu collaboratore per i primi anni. Dal 2014, infatti, problemi di salute lo costrinsero a diversi ricoveri.

Impossibile fare sintesi delle numerose iniziative proposte vissute da don Silverio nei quasi trent’anni da parroco, ma vale la pena menzionare l’installazione dell’organo a canne nella parrocchiale del Rosario, da lui tanto desiderato, così come pure le vetrate istoriate della stessa chiesa, e i lavori di restauro alla Sassella, condotti dal 1997 al 2000.

Il funerale del sacerdote, presieduto dal cardinale Oscar Cantoni, sarà celebrato lunedì alle 16 nella chiesa della Beata Vergine del Rosario, proprio nel giorno in cui ne ricorre la memoria liturgica.

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