Cronaca / Valchiavenna
Sabato 11 Gennaio 2025
Sessantenne bloccato su una parete rocciosa: portato in salvo dopo ore d’intervento
Delebio Mobilitazione generale venerdì sopra il paese: operazione conclusa solo nella serata. In azione uomini del Soccorso alpino, Vigili del fuoco, l’elisoccorso e unità d’emergenza
Un’autentica task-force di soccorritori in azione, dal tardo pomeriggio di venerdì, sui monti della Val Lesina, in territorio comunale di Delebio, sulla linea di confine con Andalo Valtellino, per cercare di salvare un sessantenne vittima di un incidente in una zona molto impervia e di non facile raggiungimento. Alla fine missione compiuta, grazie all’elevato livello di preparazione di chi ha operato in condizioni estreme: Damiano Dell’Oca, 63 anni, residente a Delebio, è stato salvato.
A ostacolare le operazioni di soccorso l’oscurità, in quanto l’allarme è scattato poco prima delle 18, e anche il freddo sempre più pungente con il passare delle ore. Non si riusciva assolutamente a individuare la persona che, in quota, si pensava fosse rimasta ferita. Inizialmente l’allerta dalla centrale è avvenuta in codice giallo. Ma ben presto si è temuto il peggio, in quanto continuava a risultare impossibile l’individuazione del soggetto, forse ferito in modo grave in conseguenza di una caduta.
Poi, soltanto attorno alle 20, è stato possibile accertare il punto esatto in cui era bloccato l’escursionista, ossia non lontano dalla località Dosso Lungo, che forse aveva smarrito il giusto sentiero finendo per mettersi in pericolo. Si trovava a 476 metri d’altitudine, sulle alpi Orobie, quasi illeso, in territorio comunale di Delebio, ma incrodato su una placca rocciosa sovrastante l’invaso artificiale della Val Lesina, con il serio rischio di precipitare da un momento all’altro nel bacino d’acqua. “Aiuto, aiuto, aiuto”, a più riprese a un certo punto i soccorritori sentivano gridare, ma senza capire con precisione da dove provenissero le invocazioni d’aiuto. Poi il silenzio assoluto, i ed è stato allora che si è temuto il peggio.
La conclusione
L’operazione di salvataggio si è poi conclusa, attorno alle 21, nel migliore dei modi con l’intervento anche di un velivolo di Elisondrio, decollato da Caiolo e abilitato al volo notturno, mandato dalla centrale di Areu con a bordo i tecnici e il medico: l’alpinista è stato trasportato per accertamenti all’ospedale del capoluogo valtellinese.
Imponente la macchina dei soccorsi che si è messa in moto sulle montagne fra i due Comuni della Bassa Valtellina. Con il primo obiettivo di localizzare, al più presto, l’escursionista sessantenne dato per disperso in un’area particolarmente impervia di una valle stretta e isolata. Sono intervenuti gli uomini del Soccorso Alpino della VII Delegazione di Valtellina e Valchiavenna, Stazione di Morbegno, gli esperti militari del Sagf-Soccorso Alpino della Guardia di Finanza di Sondrio e Madesimo, i vigili del fuoco effettivi del distaccamento di Morbegno con un mezzo Aps, i pompieri volontari di Talamona.
Anche droni e cani
Inoltre è stato chiesto l’intervento degli specialisti con i droni (Sapr), delle unità cinofile, i carabinieri della caserma di Delebio e i colleghi di Chiavenna, guidata in via interinale dal luogotenente Gim Toni De Masi, mentre il comandante provinciale dei vigili del fuoco, ingegner Alessandro Granata, ha chiesto l’entrata in campo anche delle squadre Saf (Soccorso alpino fluviale).
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