Scritte blasfeme contro Dio, la Madonna e Gesù vergate con vernice nera. Grave episodio quello avvenuto in questi giorni al santuario mariano di Gallivaggio di San Giacomo Filippo. Il luogo di culto, ancora chiuso in seguito alla frana del 2018, è stato teatro dell’ennesimo atto volto a colpire luoghi e simboli religiosi.
Le scritte sono state rinvenute nella mattinata di sabato e subito coperte con uno strato di vernice bianca da parte dell’amministrazione comunale. La stessa mano ha colpito anche la piccola cappella di Filigheggio, sempre sul territorio di San Giacomo. Nei mesi scorsi la bassa Vallespluga è stata toccata da due incredibili episodi. Mani ignote sono salite sui pendii della zona per tagliare, probabilmente con l’ausilio di un flessibile, due croci. Per il santuario tutto è avvenuto nell’imminenza dell’avvio dei lavori di recupero commissionati dalla Diocesi in seguito ad un accordo di programma con gli enti locali. Nei giorni scorsi è stato firmato il contratto con la ditta che si è aggiudicata l’appalto.
Immediata la reazione delle gerarchie ecclesiastiche: «Ho appreso con molta tristezza la notizia di frasi aberranti apparse sulla facciata del santuario di Gallivaggio – commenta il vescovo di Como, cardinale Oscar Cantoni. Si tratta di mani blasfeme che disprezzano Dio e la vergine Maria che, in questo luogo santo, diffonde la Misericordia del Padre». Il vescovo ha invitatoa riflettere sul fatto che questo è «un motivo in più per confermarci nella certezza che, da Gallivaggio, Maria distribuisce con larghezza i tesori della Misericordia divina». Immediata la reazione anche di monsignor Andrea Caelli, arciprete di Chiavenna e rettore del santuario. Abbiamo pregato in riparazione di questi fatti durante le messe e ho chiesto a tutti i sacerdoti della Valchiavenna di pregare in comunione con noi». Decisamente più dure le parole del presidente della Comunità montana della Valchiavenna Davide Trussoni: «Si tratta di un episodio inqualificabile che stigmatizziamo con forza. Non possiamo far altro che definire questo gesto, che rappresenta un grave colpo alla comunità dei fedeli e alla valle tutta, come frutto di infinita stupidità».
Quanto accaduto è stato comunicato alle autorità competenti. Difficile che si riesca a mettere le mani sull’autore, o sugli autori, di questi gesti. L’area del santuario, peraltro, non è coperta attualmente da un sistema di videosorveglianza. Immagini, insomma, non ce ne sono. Accedere all’area è tutto sommato semplice. Basta scavalcare le barriere poste all’ingresso del santuario che si affaccia sulla statale 36.
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