Cronaca / Valchiavenna
Lunedì 02 Dicembre 2024
Scritte blasfeme a Gallivaggio, l’autore aveva già colpito
La mano sembra essere la stessa delle scritte presenti da alcuni giorni, e già parzialmente coperte, su una roccia lungo la statale 36, sempre a San Giacomo Filippo. Enrica Guanella, sindaco di Campodolcino: «Quanto accaduto al santuario è molto grave e ha ferito fortemente il sentimento religioso della valle»
Le scritte comparse nello scorso fine settimane sul santuario di Gallivaggio e sulla cappella in località Filigheggio a San Giacomo Filippo? Non sono le prime. Appartengono con molta probabilità alla stessa mano anche quelle presenti da alcuni giorni, e già parzialmente coperte, su una roccia lungo la statale 36. Sempre a San Giacomo Filippo. Sulla destra per chi risale la valle poco prima della galleria del Conoia.
“Sbattezzatevi pecore” c’è scritto e il messaggio è accompagnato dal disegno stilizzato di due pecorelle. Un messaggio sicuramente meno grave di quello comparso sul santuario e che tanto sdegno ha provocato in valle, ma che ci sia qualcuno animato da forti sentimenti anti-religiosi che armato di bomboletta spray nero si “diverta” ad imbrattare la zona è assodato. La mano sembra essere la stessa, le modalità e il colore scelto anche. Che ci sia un legame tra gli ultimi eventi e quanto accaduto nei mesi scorsi, quando la valle è stata colpita da due gravi episodi di danneggiamenti su due croci poste lungo i pendii della stessa è tutto da dimostrare, però.
Che non ci sia un gruppo unico che si muove in questo senso è la convinzione del sindaco di Campodolcino e direttore del Museo della Via Spluga e della Val San Giacomo, il Muvis che custodisce la storia della valle del Liro, Enrica Guanella: «Quanto accaduto al santuario è molto grave e ha ferito fortemente il sentimento religioso della valle. Più del taglio delle due croci, proprio perché il santuario di Gallivaggio è il simbolo religioso per eccellenza della Val San Giacomo. Non credo, però, che dietro questi episodi ci siano fenomeni satanisti o un gruppo unico. Non ho elementi certi, ovviamente, ma credo che l’ultimo episodio sia il parto di qualcuno non in grado di allestire operazioni come quelle riguardanti le croci».
Senza addentrarsi in improbabili profilazioni dell’autore del gesto, appare evidente come, errori di ortografia a parte, i messaggi blasfemi siano estremamente basici. Quasi infantili. Manca, insomma, un disegno che, per quanto assurde, poggi su delle basi. «Ora bisogna stare attenti – conclude Guanella – nel non dare troppa enfasi a questi episodi per evitare fenomeni emulativi o spingere questa persona a commetterne degli altri». Le bestemmie apparse a Gallivaggio, soprattutto, e nella piccola cappella di Filigheggio hanno provocato dure reazioni da parte delle autorità religiose e civili. Il vescovo di Como Oscar Cantoni ha parlato di «mani blasfeme che disprezzano Dio e la Vergine Maria».
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