Cronaca / Valchiavenna
Domenica 07 Ottobre 2018
Sanità, accordo fatto con la Bregaglia
Primi fondi per salvare i due ospedali
Grazie all’Interreg finanziate le collaborazioni tra le due realtà di montagna. Chiavenna si prenderà in carico i pazienti elvetici che necessitano di interventi urgenti.
Primi fondi arrivati, si parla di 130 mila euro, e accordo raggiunto per il progetto Interreg “Sanità a confronto”, nato per «garantire un servizio sanitario dignitoso anche nelle aree periferiche e solitamente disagiate. Si tratta di garantire la capillarità di un servizio indispensabile per la tenuta sociale del territorio da ambedue i lati della frontiera, investendo tempo ed energie nel mantenimento e nel potenziamento dei necessari requisiti di qualità e sicurezza».
Così è scritto nella scheda del progetto che durante l’estate ha ottenuto il finanziamento in ambito europeo. Cosa contiene effettivamente il progetto lo spiega la convenzione sottoscritta tra l’Azienda Socio-Sanitaria Territoriale e il Centro Sanitario di Bregaglia, situato a Spino, oltre che dal partner istituzionale: la Comunità Montana della Valchiavenna.
Il progetto avrà la durata di tre anni per un costo complessivo di 1,2 milioni di euro, finanziati in gran parte dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale e con una quota inferiore dal Fondo di Rotazione, per la parte italiana e di 150 mila franchi svizzeri per i partner oltre frontiera.
Il primo passaggio sarà la costituzione di un comitato di pilotaggio per seguire il progetto nelle sue fasi attuative, il monitoraggio e la rendicontazione. In sostanza si tratta di mettere in rete, anche con interventi strutturali, quello che le due realtà ospedaliere, distanti una quindicina di chilometri, possono offrire. In particolare si partirà dall’adeguamento tecnologico dell’area di emergenza-urgenza dell’ospedale di Chiavenna, la presa in carico e la gestione, a Chiavenna, di pazienti ricoverati al Centro Sanitario Bregaglia che necessitano di interventi urgenti e la creazione di una rete transfrontaliera per la gestione di pazienti con gravi problemi cognitivi, come demenza senile e morbo di Alzheimer.
Nel pacchetto anche il varo di percorsi formativi dei professionisti dei due centri e forme di collaborazione organizzativa. Una delle due gambe, insomma, sulle quali si regge la speranza che per l’ospedale di Chiavenna ci sia un futuro lontano dalle ultime difficoltà. L’altra gamba è rappresentata dal progetto Area Interna Valchiavenna 2020. Qui c’è un finanziamento di 1,2 milioni a disposizione per il varo del cosiddetto “Ospedale virtuale montano”.
Un progetto che prevede che vengano messi in rete i professionisti dell’ospedale e i medici di base in modo che vengano presi in carico le persone con patologie croniche e fragilità utilizzando le tecnologie moderne. Dalla televisita specialistica al teleconsulto medico. Un sistema per evitare gli spostamenti dei pazienti, spesso con problemi di mobilità, nelle aree più disagiate della valle.
© RIPRODUZIONE RISERVATA