Cronaca / Valchiavenna
Sabato 27 Marzo 2021
Rsa, meno richieste
E le rette salgono
Ci sono 311 aspiranti ospiti in meno rispetto allo scorso anno per le 22 case di riposo provinciali. A Chiavenna sono due euro in più al giorno, alla “Città di Sondrio” due e mezzo. «Non si poteva fare altrimenti»
Mai stati così “contesi” come nell’era Covid, i potenziali ospiti delle Rsa della nostra provincia, 22 in tutto, che, da un anno a questa parte hanno visto assottigliarsi, in modo drastico, le loro liste d’attesa. Sono 311 in meno, rispetto al settembre 2020, le persone in attesa di un posto in Rsa.
Un calo della domanda, che, sommato all’aumento dei costi prodotti dal Covid, comporta perdite di bilancio con cui, chi più chi meno, tutti hanno a che fare. E che, per qualcuno, si sta traducendo anche nell’aumento della retta. Come è il caso della casa di riposo “Città di Chiavenna” e della Rsa “Città di Sondrio”, dove, nella prima, l’aumento è stato di due euro giornalieri, nella seconda di 2,5.
«Dal 1° gennaio siamo passati da 48,50 euro al giorno, per i posti ordinari, a 50,50 - dicono dall’amministrazione della Rsa “Città di Chiavenna” - e da 50,50 a 52,50 al giorno per i posti dedicati agli ospiti affetti da Alzheimer. In pratica il costo mensile è passato da 1.475 a 1.536 euro per gli ordinari, 61 euro in più, e da 1.536 a 1.596 per gli Alzheimer. In senso assoluto, può sembrare un aumento non eccessivo, però, per noi, si è trattato di un passaggio significativo, perché erano anni che non aumentavamo la rette di due euro, al massimo un euro ogni tot anni. Non saremmo, tuttavia, riusciti, in altro modo ad evitare buchi di bilancio futuri, considerato che sei posti letto non li possiamo occupare, perché destinati ad eventuali ospiti che dovessero positivizzarsi. Per cui ne restano 121 utilizzabili, a fronte di domande sempre in calo e di accessi resi complicati dal Covid».
E causa i costi sopportati, il consuntivo 2020 già si annuncia non in pareggio.
«Le perdite non saranno enormi - confermano dalla Rsa -, perché ci aggiriamo sui 50-100mila euro, il bilancio è in corso di definizione, però l’attenzione resta massima. Un aiuto è giunto dalla Regione, che ha garantito compensazioni sulle mancate entrate entro, tuttavia, i limiti del budget annuale».
Per ogni ospite Covid trattato in struttura, la Regione, ha riconosciuto 40 euro giornaliere, anche se, il fatto che fosse affetto da Covid va dimostrato attingendo alla storia clinica dell’ospite, dato che non si potevano fare, a inizio 2020, i tamponi, così come, sempre la Regione, ha riconosciuto un aumento tariffario di 12 euro al giorno per ogni giornata di presenza di ospiti non Covid dal 1° gennaio 2020 in avanti. Garanzie importanti per tanti bilanci, anche per quello della Fondazione “Città di Sondrio” che, tuttavia, il suo presidente, Costantino Tornadù, già annuncia essere in pesante deficit.
«Ancora non abbiamo chiuso i conti, per cui non voglio anticipare cifre, ma la situazione è pesante e, certamente, non ci potremmo permettere un altro anno in queste condizioni - assicura -. Inevitabile ricorrere ad un correttivo alle rette, salite di 2,5 euro al giorno in tutte le strutture, per 80 euro al mese».
In via Don Guanella, la retta è salita a 1.570 euro mensili e a 1.790 per il nucleo Alzheimer, mentre in via Lusardi si è, ora, a 1.710 euro al mese, che scendono a 1.610 per i 15 posti letto appannaggio degli ospiti provenienti dalla Valmalenco, per i quali vige una convenzione particolare. Poi ci sono alcuni letti per gli ospiti solventi, pochi, con retta di 2.130 euro.
«Per un totale di 215 posti letto - ricorda Tornadù -, oltre a 20 posti nel centro diurno anziani, tutt’ora chiuso, e a 45 nel centro diurno disabili, lungi dal funzionare e pieno regime. Inevitabili, quindi, gli ammanchi di cassa, e enormi gli aumenti dei costi Covid, sia in seguito al mancato rimpiazzo dei posti rimasti vuoti per decessi Covid e non Covid, sia per il costo dei dispositivi di sicurezza, enorme, e per il personale, che abbiamo anche voluto, giustamente, premiare per lo sforzo compiuto».
Se il 2021 appare più sereno dal punto di vista del contagio, in Rsa, la ripresa della normale routine è ancora lontana.
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