
Cronaca / Valchiavenna
Lunedì 08 Luglio 2019
Ripristinato il bypass di Gallivaggio
Il rischio isolamento è scongiurato
Sistemato nel giro di tre settimane il tracciato che era stato spazzato via dall’alluvione. La Valle Spluga tira un sospiro di sollievo - I costi sono stati coperti dalla Comunità montana.
Valle Spluga non più isolata nel malaugurato caso in cui la frana di Gallivaggio dovesse tornare a creare problemi. Il bypass costruito all’inizio dell’estate 2018 per ovviare ai problemi di viabilità derivanti dall’instabilità del versante posto sopra il santuario del territorio comunale di San Giacomo Filippo è tornato operativo, anche se transitabile solamente con mezzi attrezzati. A meno di un mese dall’alluvione che ha spazzato via un tratto della pista di emergenza posta sul greto del torrente Liro, la valle può tirare un sospiro di sollievo: «La pista – spiega il neo-presidente della Comunità montana Valchiavenna Davide Trussoni – è operativa, anche se transitabile solamente con mezzi fuoristrada. In caso di necessità la valle non sarà isolata».
Praticamente manca solamente il fondo in asfalto, che secondo l’ente comprensoriale può essere realizzato in al massimo un paio di giornate di lavoro. Per il resto i lavori sono finiti. Un po’ a sorpresa, visto che a metà del mese scorso il quadro sembrava decisamente meno positivo: «Abbiamo immediatamente iniziato i lavori per garantire la continuità idraulica ai corsi d’acqua – spiega Trussoni – e ci siamo accorti che il materiale riportato era molto, ma anche decisamente fine. Quindi probabilmente che le operazioni di recupero del bypass non sarebbero state così complicate». Sul tracciato, un chilometro circa di pista a senso unico alternato che dalla statale 36 attraversando due volte il Liro evita il tratto considerato a rischio per la frana, sono intervenute due ditte. Una è quella incaricata dalla Comunità Montana di garantire la manutenzione ordinaria e straordinaria dello stesso by-pass. Un’altra, locale, intervenuta ad hoc.
In tre settimane il lavoro è stato tanto, ma anche velocissimo. E con costi a quanto pare contenuti: «Non abbiamo ancora fatto i calcoli – conclude Trussoni – ma non si parla di cifre enormi. Per il momento i costi sono stati coperti dalla Comunità montana, che in tutte le fasi si è interfacciata con Regione Lombardia. Per il momento lo stato di emergenza è stato dichiarato solamente per le misure di pronto intervento. Vedremo se la situazione cambierà». Rimanere con la sola statale 36 transitabile per mesi era da tutti ritenuto impensabile.
Alla conclusione dei lavori di svuotamento e di rinforzo del vallone che ha protetto Gallivaggio in occasione della frana della primavera dello scorso anno mancano ancora molti mesi. Questi, oltretutto, caratterizzati da fortissimi flussi di traffico derivanti dal turismo.
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