
Cronaca / Valchiavenna
Sabato 18 Novembre 2017
Riapre la strada cantonale del Maloja
Turismo e logistica tirano un sospiro
L’annuncioCon settimane di anticipo torna transitabile il collegamento con l’Engadina. «Nel cantiere che ha operato giorno e notte sono stati impegnati anche molti frontalieri».
L’apertura era stata preannunciata per l’inizio di dicembre. Invece dal 24 novembre, con alcune settimane d’anticipo rispetto al previsto, la strada cantonale del Maloja H3b sarà riaperta.
Senza limitazioni di orario e problemi legati a peso e lunghezza dei mezzi. Sono arrivate buone notizie anche per gli automobilisti e per il turismo in Engadina dall’incontro pubblico che si è tenuto giovedì sera in Bregaglia. La strada cantonale - quella che nei mesi dell’emergenza è stata definita “nuova” per distinguerla dal tracciato provvisorio di Spino e Promontogno - riaprirà al traffico venerdì, seguendo il suo tracciato originale sopra il ponte, l’argine e attraverso la galleria Promontogno.
Questo importante collegamento fra la Lombardia e l’Engadina sarà quindi di nuovo a disposizione in tempo per l’inizio della stagione invernale. Si tratta, senza dubbio, di una notizia di fondamentale importanza per i frontalieri che tutti i giorni salgono verso il passo del Maloja, ma anche per i turisti.
«Nelle ultime settimane le condizioni meteorologiche favorevoli hanno consentito di svolgere i lavori in modo molto rapido ed efficace - spiega Christian Gartmann, responsabile della comunicazione per il Comune di Bregaglia -. Grazie a questa situazione siamo riusciti ad anticipare la data della riapertura rispetto alle previsioni iniziali. Per alcune settimane, nel corso del mese di ottobre, si è lavorato h24 e questa intensità è stata fondamentale».
Come premesso da Gartmann è stato fondamentale il lavoro svolto dal team di imprese al lavoro giorno e notte, ma c’è anche da sottolineare la sostanziale tenuta dell’infrastruttura. Da questa zona, che comprende anche il bacino di ritenzione e il letto del fiume Mera, sono stati spostati circa mezzo milione di metri cubi di materiale. Si tratta di terra e fango, ma anche massi dalle dimensioni enormi. «I danni hanno riguardato l’asfalto e i guardrail, gli elementi superficiali insomma, ma dal punto di vista strutturale non si sono riscontrati particolari problemi», rileva Gartmann.
Dalla Bregaglia si soffermano anche sulla presenza dei frontalieri nel cantiere. «Queste operazioni hanno visto impegnate varie aziende, soprattutto locali, con numerosi dipendenti italiani. Il risultato è molto positivo, anche perché il 25 novembre apriranno gli impianti di risalita del Corvatsch e del Corviglia, quindi si potrà andare a sciare passando dalla strada principale».
Anche gli autotrasportatori italiani, che nei mesi scorsi hanno dovuto cercare percorsi alternativi per la Svizzera a causa delle limitazioni attive all’altezza di Bondo, esprimono un parere positivo. «Gli svizzeri hanno mantenuto fede alle promesse: è un risultato encomiabile e in Italia dovremmo prenderlo come esempio per il rispetto delle tempistiche dei cantieri stradali - spiega Mattia Dal Cason dalla sezione trasporti di Confartigianato imprese Sondrio . Questo annuncio è molto importante per i trasporti legati al turismo».
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