Cronaca / Valchiavenna
Martedì 20 Dicembre 2016
«Punto nascita, solo slogan: date risposte»
Non fa sconti il Pd al sindaco di Chiavenna, “reo” di strumentalizzare una vicenda molto delicata. La replica di Della Bitta: «Sciacallaggio politico»
«Della Bitta la smetta di strumentalizzare. Occorre lavorare con serietà per individuare soluzioni concrete». Scoppia la polemica tra il circolo del Partito Democratico della Valchiavenna e il sindaco della città del Mera, nonché presidente della Provincia di Sondrio, sul mantenimento del punto nascita dell’ospedale di Chiavenna.
Di ieri il comunicato del circolo guidato dal segretario Elena Del Giorgio: «Il nuovo rischio di chiusura del punto nascite di Chiavenna ha riaperto in questi giorni un acceso dibattito sul tema. Comprensibilmente. La presenza del punto nascita a Chiavenna garantisce la possibilità per molte donne e famiglie dell’intera valle di accedere a un servizio fondamentale. La preoccupazione, dunque, resta alta e ha portato anche il Comitato Civico che nei mesi scorsi si era formato intorno alla questione ad organizzare una manifestazione. Ciò che invece stupisce sono le posizioni funamboliche del sindaco di Chiavenna Della Bitta che dopo aver per mesi rassicurato tutti dell’efficacia del suo operato anche come presidente della Provincia oggi scende in piazza a suon di “ci faremo sentire”. Viene da chiedersi a chi parla. É il sindaco di Chiavenna che “si fa sentire” con il presidente della Provincia, cioè con sé stesso? Entrambi parlano al presidente della Regione Maroni? La via d’uscita per Maroni e Della Bitta è stata quella di scaricare tutte le responsabilità sul Governo in un’operazione tutta strumentale e politica che, evidentemente, mira più a generare confusione e salvare la faccia che a individuare soluzioni».
I democratici danno la loro versione della storia degli ultimi sei anni: «Entrambi sanno benissimo che gli standard di sicurezza per il mantenimento dei punti nascita erano stati stabiliti nel 2010 dal Governo Berlusconi e poi confermati dall’intesa Stato Regioni del 16 dicembre 2010. Maroni era ministro di quel Governo e per la Lombardia l’ok venne dato dall’allora assessore alla Salute, il leghista Luciano Bresciani. Quello che il Governo ha fatto, nel 2015, è stato regolare la possibilità di deroghe come nei casi delle zone montane demandando alle Regioni, che hanno competenza in materia di sanità, il rispetto di condizioni di sicurezza. Cosa è stato fatto concretamente per rispettare queste condizioni? Esistono oggi? Cosa si intende fare ora?».
Secondo i “dem”, Della Bitta punterebbe alla visibilità più che alla soluzione: «Servono serietà e rispetto, non foto sui giornali e roboanti post su facebook. Le donne e le famiglie della Valchiavenna pongono due problemi reali: il diritto alla prossimità delle cure e, contemporaneamente, quello di veder garantito il diritto alla sicurezza e alla salute al momento del parto. Le istituzioni locali e regionali ragionino su questo con realismo e senso di responsabilità. Ci troveranno interlocutori attenti e propositivi. Non altrettanto se la scelta saranno solo slogan e scaricabarile».
«Il Pd di Chiavenna sotto Natale ci regala un tentativo di sciacallaggio politico su un tema così importante come la sanità ed il nostro ospedale». Questa la risposta del sindaco Luca Della Bitta all’attacco arrivato ieri dalle file del Partito Democratico della Valchiavenna. Della Bitta non ci sta all’accusa di aver scaricato sul governo responsabilità che sarebbero delle amministrazioni di centrodestra che hanno governato gli enti locali negli ultimi 20 anni: «Mentre noi eravamo in piazza in una iniziativa condivisa da tutti i sindaci della valle, dalla Comunità montana, dal presidente della Conferenza dei sindaci nonché sindaco di Sondrio, dal comitato a difesa dell’ospedale, dai gruppi di genitori, dai sindacati, dai parroci, dai cittadini, il PD di Chiavenna pensa alle posizioni di partito e a fare attacchi personali al sindaco. A noi non interessa. Difenda pure le sue vecchie logiche delle direttive di partito o del governo Renzi che pensa che sia giusto chiudere i punti nascita nelle zone di montagna. Noi difendiamo il nostro punto nascita che non si tocca e che deve funzionare. Difendiamo il nostro ospedale. E lo facciamo con tutti gli altri. Abbiamo capito che il Pd di Chiavenna non condivide questa battaglia. Pazienza. Noi andiamo avanti».
Sulla protesta valchiavennasca riguardante il punto nascita e, più in generale sulla riorganizzazione della sanità di montagna, è intervenuto ieri anche il sindaco di Sondrio, e presidente del consiglio di rappresentanza dei sindaci della provincia di Sondrio, Alcide Molteni. «La presenza diffusa sul territorio dei servizi è un elemento qualificante. I numeri calcolati in base a parametri di pianura non sono applicabili al nostro territorio di montagna, per ovvi motivi. Chi fa i conti a Roma deve tenere in considerazione questa peculiarità. Nell’organizzazione dei presidi ospedalieri si deve tenere avere un occhio di riguardo per le strutture pubbliche, che non possono essere messe in competizione con quelle private come sta avvenendo per Chiavenna e Gravedona. Dobbiamo avere strutture pubbliche che rispondano alle esigenze. Sta emergendo come necessità il cambio di alcuni criteri per quanto riguarda la gestione del personale. Se non è appetibile lavorare in un territorio come il nostro, evidentemente a livello regionale, come abbiamo chiesto, i criteri riguardanti questo settore devono essere adattati alle situazioni».
© RIPRODUZIONE RISERVATA