Cronaca / Valchiavenna
Venerdì 16 Dicembre 2016
Punto nascita, si “tratta”
Ma la protesta continua
La Regione scrive al ministero: «Pronti a un incontro». Chiavenna conferma la manifestazione, «perché i problemi sono tanti».
Chiavenna scende in piazza per l’ospedale. Il dietrofront del ministero non ha fatto cambiare idea al comitato attivo per il presidio di via della Cereria, che in questa fase è impegnato con al fianco le istituzioni locali. Sabato dalle 10 alle 12 la manifestazione si svolgerà, come programmato, davanti alla scuola Pestalozzi.
Martedì sera il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha precisato che la decisione sul “ballottaggio” tra Gravedona e Chiavenna può essere rivista e che si può profilare un’ulteriore deroga. «Ma in piazza ci andremo lo stesso – precisa Pamela Ghiggi, portavoce del comitato che difende l’ospedale partendo dal reparto di ostetricia e ginecologia -. In ballo non c’è solo il futuro d’un reparto, ma dell’intero presidio».
«Siamo contente del possibile dietrofront del ministero, ma noi la manifestazione la faremo - aggiunge -. Continueremo a farci sentire finché non avremo una deroga per il punto nascita che assicuri anche tutta la sicurezza necessaria. Non basta evitare la chiusura, servono anche altre garanzie per il miglioramento del reparto. Ultimamente vari medici si occupano di Chiavenna venendo da Sondrio: questa dinamica non crea sicurezza, anzi. Fa calare ancora di più i numeri, perché le donne vanno via rivolgendosi ad altre strutture. Noi, ad esempio, riteniamo fondamentale avere un medico che si assuma il ruolo di responsabile».
Ma la protesta non è relativa a un solo reparto. «In piazza noi spiegheremo il nostro punto di vista, precisando che tutta la popolazione dev’essere coinvolta. Se perdiamo il punto nascita rischiamo di rinunciare ad altri pezzi, uno alla volta. La nostra è una battaglia per tutto l’ospedale. Se non ci facciamo sentire rischiamo di avere, fra qualche anno, un centro prelievi e punto di primo intervento e basta».
Sabato in piazza ci saranno comitato ed enti locali. «Da sempre, per una scelta precisa, abbiamo cercato di mantenere la nostra indipendenza. Per questa manifestazione saremo al fianco delle istituzioni perché l’unione fa la forza».
Intanto l’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera, ha inviato, ieri mattina, al ministro della Salute Beatrice Lorenzin una lettera di richiesta di revoca del diniego alla deroga per la chiusura dei punti nascita presentata da Regione Lombardia. «Abbiamo appreso dalla stampa - si legge nel documento - il cambio di orientamento del suo dicastero in merito al diniego alla deroga alla chiusura dei punti nascita presentata da Regione Lombardia. Lo scorso giugno abbiamo fornito la relazione inerente la richiesta di deroga dei punti nascita ai sensi dell’articolo 1 del decreto dell’11.11.2015, corredata dalle rispettive istanze di deroga delle strutture sanitarie, sedi di punti nascita con parti maggiore a 500 all’anno, per i quali abbiamo fatto richiesta di deroga alla chiusura». La documentazione riportava le specifiche motivazioni riguardanti ciascun punto nascita, le progettualità al fine di migliorarne le performance e check list per la verifica degli standard. «Ad oggi non abbiamo ricevuto nessuna richiesta di integrazione alla documentazione presentata, sulla base di eventuali rilievi da parte del ministero. Ritenevamo quindi esaustivi i documenti già in vostro possesso».
Regione Lombardia chiede quindi la sospensione della non accoglibilità della richiesta di deroga per i punti nascita di Piario, Angera, Broni Stradella, Gravedona o Chiavenna e Casalmaggiore, formalizzata con nota dal Ministero Salute il 9 dicembre. «Siamo pronti, quindi, a fornire l’eventuale documentazione necessaria al fine di una nuova valutazione della richiesta di deroga e disponibili a fissare un incontro il prima possibile per confrontarci sulla questione».
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