Cronaca / Valchiavenna
Martedì 12 Ottobre 2021
Piuro, sorpresa negli scavi
Trovati tre scheletri
forse di epoca romana
La campagna di scavi nella zona di Mot di Castel. I resti hanno una datazione tra il 350 e il 400 dopo Cristo
I resti di tre scheletri umani, variamente conservati, sono spuntati all’improvviso lasciando tutti a bocca aperta. Incredibile il ritrovamento avvenuto nel pomeriggio di ieri nella zona di Mot di Castel a Borgonuovo di Piuro.
Nell’ambito della campagna di scavi avviata nelle scorse settimane, che già aveva portato al rinvenimento di una moneta, sono stati trovati tre scheletri umani, che durante la giornata di oggi saranno analizzati più in profondità. C’è già, però, una datazione possibile e la sorpresa non è di quelle piccole.
I resti, ad una prima indagine, potrebbero risalire all’epoca dell’imperatore romano Teodosio I, come la moneta rinvenuta. Si parla del 350-400 dopo Cristo, gli anni in cui visse l’imperatore. Molto ma molto prima della frana che nel 1618 cadendo dal Monte Conto travolse Piuro, cancellandola dalla cartina geografica e uccidendo centinaia di persone. La dimostrazione, ma non è la prima, che l’area era già abitata nell’antichità.
Già dopo il ritrovamento della moneta tra gli addetti agli scavi coordinati dall’Università di Verona c’era la sensazione che l’area di Mot di Castel potesse riservare altre sorprese, persino più sostanziose. Così è stato, anche se la campagna purtroppo ha ormai i giorni contati.
La nuova campagna di scavi ha preso il via lo scorso 17 settembre con la pulizia dell’area di scavo e un ampliamento in previsione degli scavi stratigrafici. I programma prevede la chiusura del sito e dei lavori coordinati dal docente Fabio Saggioro alla fine di questa settimana, il 15 ottobre.
La campagna è realizzata nell’ambito del progetto Interreg Amalpi18 sulle grandi frane alpine. E non è certo la prima volta che l’Università di Verona arriva in riva al Mera. Nel corso delle ultime campagne, iniziate nel 2016, sono stati rinvenuti oltre a monili, monete, un calice, elementi in ceramica, un cucchiaio, nonché il livello della Piuro prima della frana del 1618. Campagne che hanno seguito quelle “storiche” condotte negli anni ‘60 da archeologi svizzeri e quelle degli anni ‘80 dell’Associazione Italosvizzera Scavi di Piuro.
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