
Cronaca / Valchiavenna
Mercoledì 24 Ottobre 2018
Parco San Fedele a Chiavenna, pesanti ritardi: il progetto non ancora approvato
Interreg: ad un anno dalla presentazione della scheda da mezzo milione, nessuna risposta. Trussoni: «La palla passa ai futuri amministratori. La città conta molto sulla riqualificazione».
É trascorso ormai un anno dalla presentazione del progetto Interreg di riqualificazione del parco di San Fedele ma una risposta ancora non c’è. Tempi che si allungano, per non parlare dell’incertezza sul responso alla richiesta di finanziamento, per un progetto che l’amministrazione comunale avrebbe voluto mettere in cantiere entro la fine del mandato, prevista per la fine della primavera del prossimo anno.
A meno di un’accelerazione improvvisa dei lavori dell’Autorità di Gestione del Programma di Cooperazione, invece, il progetto rischia di slittare e essere preso in carico, sempre che i soldi arrivino, dalla prossima amministrazione comunale: «Attualmente – commenta allargando le braccia il vicesindaco Davide Trussoni – non c’è ancora la delibera con la graduatoria dei progetti riguardanti questo asse e, quindi, non ci resta che aspettare sperando in una risoluzione positiva. Il progetto, denominato “Rigenerare le periferie”, è stato realizzato in collaborazione con Regione Lombardia, che ne è ente capofila, è il Comune di Tirano per la parte di sua competenza».
Ovviamente i soldi a disposizione per tutti i progetti presentati sono limitati. Quindi c’è una concorrenza non indifferente. Soprattutto quando i progetti sono di entità non irrilevante come quello chiavennasco e tiranese. Per quanto riguarda Chiavenna l’intervento viene considerato decisivo per risolvere, almeno così si spera, i problemi dell’area verde della zona di Bette. Un’area da sempre problematica, come noto. Dai vandalismi ai danni del parco giochi per bambini e ad altre strutture fino alle corse in automobile notturne.
La scheda parla di un intervento da mezzo milione di euro. Un sacco di soldi che l’amministrazione vorrebbe utilizzare per aumentare la possibilità di fruizione dell’area verde. Soprattutto di sera. L’idea è quella di rivedere l’area del chiosco per stimolarne l’utilizzo chiudendo l’attuale veranda e utilizzare gli spazi del bocciodromo, pesantemente sottoutilizzati, per farne un punto di aggregazione per i giovani, comprensiva di sala prove per i complessi musicali. Un impatto ridotto dal punto di vista architettonico, ma che potrebbe cambiare decisamente le sorti del parco, molto utilizzato ma solo fino a quando non scende il buio.
Attualmente il parco è in gestione alla parrocchia, tramite i volontari. Se l’idea dovesse andare in porto l’amministrazione, che si sta muovendo di concerto con la stessa parrocchia, punterebbe a una gestione “professionale” del chiosco in modo tale da garantirne una apertura maggiore.
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