
Cronaca / Valchiavenna
Venerdì 05 Agosto 2016
Parco minerario, nuovo colpo di scena
«Quei capannoni sono troppo grandi»
Conferenza dei servizi: la riunione doveva essere l’ultima tappa. Chiesto invece un rinvio. Il sindaco di Novate: «Pensare a produzioni all’esterno significa aumentare il rischio di inquinamento».
Tutto rinviato. Forse dopo Ferragosto, forse a settembre. Non c’è ancora la parola fine sull’iter di approvazione del progetto di Parco Minerario del San Fedelino per quanto riguarda la parte degli impianti produttivi per la lavorazione del materiale proveniente dalle cave di Novate Mezzola da istallare nell’area dell’ex stabilimento Falck.
Approvato l’accordo di programma tra gli enti locali e la società Novate Mineraria, approvato l’accordo per il permesso di costruire convenzionato tra comune e società, manca ancora il parere dello Sportello Unico per le Attività Produttive per quanto riguarda il nulla osta di tutti gli enti coinvolti.
Giovedì si è tenuta la terza conferenza dei servizi, dopo due rinvii a luglio, ma ancora il quadro non è definito. L’ostacolo più grosso è la posizione della Sovrintendenza al Paesaggio. I delegati hanno portato in conferenza la posizione dell’ente decisamente scettica sulle volumetrie previste. Troppe e troppo impattanti. La richiesta si concentra sull’effettiva necessità di prevedere tutte le fasi di lavorazione al chiuso.
Un punto che, però, sembra essere irrinunciabile per l’amministrazione comunale: «Siamo sorpresi della posizione della Sovrintendenza. - commenta il sindaco di Novate Mezzola Mariuccia Copes - . Ogni miglioramento del progetto è il benvenuto, ma è più opportuno soffermarsi sugli aspetti che riguardano l’impatto della produzione sull’ambiente e sulla popolazione. Pensare a produzioni non coperte significa aumentare di molto le emissioni per quanto riguarda rumore e polveri. Il fatto che tutto il ciclo produttivo avvenga al chiuso è un aspetto sul quale abbiamo sempre insistito».
Occorrerà, comunque, un vertice milanese con il sovrintendente da parte dei suoi delegati per la partita valchiavennasca per avere osservazioni maggiormente puntuali. Per questo la prossima conferenza dei servizi non è ancora stata convocata.
Proprio sulle emissioni è arrivato il via libera dall’amministrazione comunale: «Siamo prontissimi – ha spiegato il sindaco a margine della conferenza – a dire stop alla produzione nel caso in cui si dovessero verificare sforamenti dei limiti». La conferenza è servita anche per risolvere alcune questioni rimaste finora in sospeso.
La prima riguarda il limo derivante dalle fasi di produzione, che dovrebbe essere riutilizzato per il recupero ambientale progressivo degli ambiti di cava. Qui la Provincia ha chiesto e ottenuto che vengano fatti cicli bimestrali di analisi sui fanghi prima di utilizzarli.
Un altro aspetto è quello riguardanti i consumi energetici dell’impianto produttivo. Tutte le fasi di lavorazione saranno operative grazie a un impianto di cogenerazione che utilizzerà al 50% energia da fonti rinnovabili. Rimane in posizione di attesa, sempre molto critica, il comitato Salute Ambiente Valli e Lago: «Stupiscono alcuni pareri positivi a fronte della situazione di inquinamento presentata (e il riferimento sembra essere a quello di Ats Montagna n.d.a.), ma siamo ancora in attesa di avere la documentazione dei verbali delle due conferenze dei servizi di luglio per farci un’idea più chiara».
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