Cronaca / Valchiavenna
Giovedì 15 Aprile 2021
Over 70, in tre giorni
quasi 2mila vaccinati
La campagna in Valle Per loro niente vaccino anglo-svedese: «Sono persone fragili, spesso affette da diabete»
Prosegue a tambur battente la campagna vaccinale massiva in provincia di Sondrio con quasi 2mila dosi di vaccino AstraZeneca somministrate, da lunedì alla giornata di ieri, a cittadini nati fra il 1942 e il 1951, registrati sul portale di Poste Italiane (www.prenotazionevaccinicovid.regione.lombardia.it), o prenotatisi tramite il numero verde dedicato 800.894.545, o tramite gli sportelli automatici Postamat o, direttamente, grazie ai portalettere.
Nonostante tutti i distinguo relativi al ricorso ad un vaccino, AstraZeneca, oggi Vaxzevria, finito da tempo sotto i riflettori, le dodici linee vaccinali attivate, in questo avvio della campagna massiva, nella nostra provincia, stanno lavorando bene.
Ricordiamo che sono due quelle attive a Sondalo, nel 6° padiglione del Morelli, quattro quelle attivate a Sondrio, nella palestra dell’istituto Quadrio-De Simoni, altrettante quelle attive a Morbegno, al Polo fieristico, e due a Chiavenna, nel Palestrone di viale Maloggia. Cui debbono aggiungersene altre due - specificano da Asst Valtellina e Alto Lario, che ha in capo l’intera campagna vaccinale, dal punto di vista operativo - situate all’ospedale di Gravedona».
Tutto bene, quindi, anche dal punto di vista della gestione degli afflussi, che si stanno regolarizzando, soprattutto a Sondrio e a Morbegno, dove si erano registrati alcuni “ingorghi”, anche se resta il grande tema di una somministrazione del farmaco AstraZeneca-Vaxzevria non sempre possibile.
Sì, perché da noi in provincia di Sondrio non è tanto il dato relativo alle rinunce a farsi vaccinare con questo prodotto che rileva, essendo fermo al 4% massimo del totale dei prenotati (ieri, ad esempio, una ventina i rinunciatari, addirittura, meno, nei due giorni precedenti), ma è piuttosto il numero riferito ai non idonei.
Pari a 120, infatti, gli aventi diritto alla vaccinazione nella fascia 70-79 anni, che sono stati rinviati ad altra data e ad altro vaccino, Pfizer o Moderna, perché non ritenuti idonei a ricevere il prodotto di AstraZeneca. E a stabilire questa mancata idoneità è il medico di stanza alla linea dedicata del polo vaccinale, chiamato a risalire alla storia clinica del vaccinando, chiedendo conto delle malattie in cui è incorso, delle patologie di cui è portatore e dei farmaci che assume.
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