
Cronaca / Valchiavenna
Lunedì 16 Luglio 2018
Novate Mineraria: «Noi siamo parte lesa»
Dopo il sequestro parla l’azienda proprietaria delle aree ex Falck di Novate Mezzola e Giumello. «Estranei a fatti del passato. Comprato con la garanzia che bonifica e messa in sicurezza sono state effettuate».
«Se saranno trovate responsabilità noi saremo sicuramente parte lesa». In una nota diffusa venerdì Novate Mineraria, l’azienda proprietaria delle aree ex Falck di Novate Mezzola e Giumello, in parte sottoposte a sequestro probatorio in settimana nell’ambito di un’indagine della Procura di Sondrio sulla messa in sicurezza dei siti contaminati da metalli pesanti, ribadisce di aver comprato un sito venduto come in regola.
«Novate Mineraria ha acquistato con atto notarile dalla procedura concorsuale del venditore presso il Tribunale di Sondrio il ramo di azienda relativo all’attività di “estrazione e lavorazione di aggregati lapidei selezionati” del quale fa parte l’area “ex-Falck” in Comune di Novate Mezzola, con la garanzia, dichiarata in atto, che le opere di bonifica e messa in sicurezza degli immobili in Novate Mezzola e Samolaco sono state effettuate. Un sito per il quale gli enti competenti hanno coordinato e controllato l’impostazione, l’esecuzione, il collaudo ed il monitoraggio, attraverso misurazioni eseguite per anni da Arpa, a seguito delle quali, dopo oltre un decennio, la Provincia di Sondrio ne ha certificato la messa in sicurezza definitiva».
L’azienda potrà continuare ad utilizzare l’area dell’ex stabilimento con l’eccezione delle aree poste sotto sequestro dai Forestali dei Carabinieri: «In ogni occasione Novate Mineraria ha ribadito la sua estraneità a fatti e situazioni del passato, che non la riguardano, ma ha sempre difeso il suo progetto di impresa che coinvolge ditte, risorse umane e materiali locali con un indotto di rilievo nel contesto economico del territorio interessato. Con piena fiducia nello svolgimento delle indagini promosse dalla Procura di Sondrio, Novate Mineraria prosegue la sua attività di impresa, sia pure con il pesante negativo condizionamento che la situazione in atto comporta, auspicando un sollecito sviluppo ed una rapida conclusione delle stesse».
L’azienda mineraria conclude sottolineando quello che sarebbe il suo impegno per l’ambiente: «In pochi anni abbiamo portato avanti la complessa ed impegnativa asportazione di una rilevante massa di detriti nella Val di Monte, con la frantumazione di quelli non utilizzati a scopo ornamentale. L’intera parte alta della valle è stata rinaturalizzata, con la sicurezza garantita dai disgaggi delle pareti più incombenti, con le opere di regolamentazione idraulica e con la formazione di una pista carrabile sterrata per risalire il pendio con mezzi di soccorso e di manutenzione. Per l’area “ex-Falck” il progetto (si parla del discusso Parco Minerario del San Fedelino n.d.a.) è improntato al recupero dei ruderi esistenti con il loro ampliamento concordato e condiviso con la Sovraintendenza dei Beni Ambientali, accompagnato da una importante mitigazione paesaggistica».
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