Cronaca / Valchiavenna
Mercoledì 05 Maggio 2021
«No alle costruzioni
sopra i 1.600 metri»
Comuni e turismo in subbuglio
Il piano regionale in corso di revisione prevede vincoli che preoccupano sindaci e operatori turistici, soprattutto per l’ampliamento degli impianti di risalita
Nessuna nuova costruzione sopra i 1.600 metri di altitudine, solo ristrutturazioni, il riconoscimento di ulteriori ambiti di elevata naturalità e la dicitura di “aree sciabili attrezzate” per eventuali interventi che lascia intendere il divieto di realizzazione di nuovi tracciati e impianti anche sotto i 1.600 metri di quota. Abbastanza per far saltare sulla sedia gli amministratori locali di Valtellina e Valchiavenna.
Preoccupano e non poco le previsioni contenute nella proposta di revisione del Piano territoriale regionale (Ptr) che con la chiusura di lunedì dei termini per la presentazione delle osservazioni si avvia alla convocazione della seconda conferenza di Valutazione ambientale strategica prima dell’adozione in consiglio regionale.
Tra le osservazioni inviate a Milano ci sono quelle della Comunità montana dell’Alta Valtellina, sottoscritte da tutti e 6 i Comuni del mandamento, quelle della Comunità montana della Valchiavenna e quelle dell’amministrazione provinciale di palazzo Muzio.
E proprio la seduta del consiglio in Provincia ha offerto l’occasione per lanciare l’allarme sui contenuti del Piano che, a detta di tutti gli amministratori, avrebbe ricadute pesantissime sull’economia di Valle mettendo a serio rischio il tanto sbandierato rilancio turistico di cui per prima la giunta regionale si è fatta parte attiva. Una contraddizione tra le intenzioni politiche e i contenuti tecnici che i consiglieri non hanno mancato di sottolineare.
«La nuova disciplina urbanistica che la Regione sta portando avanti per il nuovo Ptr è difforme dalle previsioni di sviluppo turistico sia locali che regionali - ha detto Alessandro Pedrini, sindaco di Valdisotto facendosi portavoce del malcontento dell’Alta Valle -. E questo ci preoccupa perché se queste previsioni dovessero andare in porto tutta la parte turistica verrebbe di molto penalizzata. E mi riferisco in particolare alle realtà sopra i 1.600 metri, agli ambiti di elevata naturalità e ai domini sciabili».
Il progetto di valorizzazione del paesaggio prevede infatti secondo Pedrini troppi vincoli che di fatto impedirebbero la realizzazione di nuovi impianti e lo sviluppo di tutte le aree sopra i 1.600 metri di quota. Gettando dunque pesanti ombre, se non tagliando definitivamente le gambe a quel piano Gasser di realizzazione di un comprensorio sciistico unico da Livigno a Santa Caterina cui l’Alta Valle tiene in modo particolare.
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