Cronaca / Valchiavenna
Lunedì 27 Febbraio 2017
Nella lite tra lui e lei spuntano tre pistole
In cella anziano: «Le avevo in Svizzera»
I carabinieri intervenuti a sedare un alterco a Gordona hanno scoperto un mini arsenale. L’uomo, cittadino elvetico, si è giustificato: «Nel mio Paese sono perfettamente legali»
Sono usciti per risolvere una crisi domestica e hanno trovato una piccola Santa Barbara: due pistole calibro 6,35, una 7,65, una baionetta e munizioni varie.
Rischia grosso, K.R., settantatrenne, cittadino svizzero residente a Gordona, trovato in possesso di armi detenute illegalmente sabato scorso e ora finito dietro le sbarre.
Tutto ha avuto inizio da una segnalazione che, sembrava, riguardare solamente un litigio domestico: «Nella giornata di sabato – scrivono in una nota lo stesso comandante della compagnia chiavennasca Lorenzo Lega - i Carabinieri di Chiavenna, impegnati nella quotidiana attività di pattugliamento, sono stati chiamati ad intervenire presso un’abitazione di Gordona per un litigio tra un uomo e una donna. L’episodio, in base alle prime informazioni pervenute alla Centrale operativa, sembrava rientrare nel delicato ambito della cosiddetta violenza di genere ma, già all’arrivo dei militari, il quadro si è fatto più chiaro ed è apparso evidente che il litigio fosse una semplice discussione tra privati. L’episodio sarebbe stato solo uno dei numerosi interventi che i militari dell’Arma si trovano quotidianamente ad affrontare e che, nella maggior parte dei casi, non prevedono alcun immediato provvedimento, se solo, nell’abitazione dell’uomo, non fossero state presenti tre pistole, le relative munizioni e una baionetta». Ovviamente l’intervento dei rappresentanti delle forze dell’ordine ha preso subito un’altra piega. I militari hanno chiesto all’uomo, di nazionalità svizzera ma residente in Italia, il documento che attesta la denuncia del possesso delle armi, da presentare obbligatoriamente, ma questo non è stato in grado di produrlo, ammettendo di non averlo mai presentato. L’uomo si è giustificato affermando di essersi trasferito dalla vicina Svizzera e di aver portato con sé le armi che deteneva nella sua abitazione elvetica, ignorando però che il trasporto di armi e munizioni attraverso i confini è soggetto ad autorizzazione e che la detenzione in Italia deve essere denunciata per ragioni di sicurezza.
Una dimenticanza, seppure grave, oppure la volontà di occultare il piccolo arsenale? Sarà la magistratura a stabilirlo. L’uomo è stato arrestato con l’accusa di detenzione illegale di armi e munizioni. Spetterà al giudice convalidare o meno l’arresto. Il reato secondo il codice penale è punito con la reclusione, soggetta a condizionale, da tre a 12 mesi e a una ammenda pecuniaria.
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