Cronaca / Valchiavenna
Sabato 03 Febbraio 2018
Mille in piazza a Chiavenna. «Stanno smantellando l’ospedale»
All’iniziativa promossa da comitato popolare e Pro Chiavenna dito puntato anche contro i sindaci: «Non è vero, come dicono loro, che i problemi dipendano dalla mancanza di medici»
Mille valchiavennaschi in piazza per l’ospedale. Quello dove sono nati, sono stati curati e vogliono continuare a farlo. Perché «non è vero, come dicono i sindaci, che i problemi dipendono dalla mancanza di medici: siamo in via di smantellamento».
Ieri alla manifestazione promossa dal comitato Insieme per l’ospedale di Chiavenna e dalla Pro Chiavenna proprio gli interventi delle rappresentanti dell’organizzazione che da un paio d’anni è attiva nella difesa del presidio hanno caratterizzato la fase conclusiva dell’iniziativa di piazza, apartitica a apolitica.
Dopo il raduno in via della Cereria, davanti all’ingresso, il corteo ha attraversato il centro ed è giunto in piazza Bertacchi. Erano presenti cittadini e lavoratori dell’ospedale, ma anche gli amministratori.
Ma l’idea che non ci siano più professionisti disposti a venire a Chiavenna non convince il comitato, che ha proposto alcune considerazioni. «La Regione nel 2013 ha imposto un taglio del 10% a tutte le aziende sanitarie sulle strutture complesse, quindi su tutti i reparti dov’era presente un primario. All’Aovv si riuscì a fare -11%. La motivazione è chiara: la riduzione dei costi, a discapito della salute dei cittadini che si ritrovano i servizi e le specialità che hanno sempre funzionato – ortopedia, medicina, chirurgia e ginecologia - ridotti in maniera drastica e con tempi di attesa sempre più lunghi. C’è una chiara e ferma volontà di indebolire il personale medico fin quasi ad azzerarlo».
«A poco a poco, pezzo per pezzo, l’ospedale è in via di smantellamento – ha sottolineato Natalia Panatti del comitato -. Non chiuderà domani, ma non c’è molta differenza con il tenere aperto un presidio senza riferimenti e risorse, che va avanti per inerzia. Insomma, è proprio palese che la situazione non sia esattamente come definita dall’assemblea dei sindaci e ciò che è stato fatto non è sufficiente».
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