Cronaca / Valchiavenna
Lunedì 28 Marzo 2016
Maroni difende la periferia: «I punti nascita non si toccano»
Sondalo e Chiavenna sono in cima alla classifica dei centri accreditati con meno di 500 parti l’anno.
«Non voglio chiudere i punti nascita con meno di 500 parti l’anno, perchè, in Lombardia, sono utili, svolgono un’importante funzione sociale, e già oggi rispondono ai criteri di sicurezza, qualità ed efficienza richiesti a livello ministeriale. Siamo, comunque, pronti ad investire ulteriori risorse per migliorarli ancor più». Parola di Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia e assessore regionale al Welfare, determinato a insistere, col Ministero della Salute, per ottenere la deroga al mantenimento in attività di otto dei nove punti nascita con meno di 500 parti l’anno esistenti in Lombardia.
Due di questi, anzi, i primi in classifica per minor numero di parti l’anno, si trovano proprio nella nostra provincia, precisamente a Chiavenna e a Sondalo. Con, Chiavenna, che ha effettuato 224 parti nel 2015 contro i 292 del 2014 e i 286 del 2013, mentre il punto nascita di Sondalo ha effettuato 300 parti contro i 328 del 2014 e i 326 del 2013. Il tutto, considerato, però, che, dal giugno del 2014 è entrato in vigore il protocollo per la sicurezza del percorso nascita, realizzato dall’allora Azienda ospedaliera di Valtellina e Valchiavenna, oggi Azienda socio sanitaria territoriale di Valtellina e Alto Lario (Asst), in base al quale tutti i parti gemellari vengono “dirottati” sul punto nascita di Sondrio, dotato di Patologia Neonatale, insieme ai parti pretermine, cosiddetti, “late preterm”, cioè fra la 34esima e la 36esima settimana +6 giorni, pure, mentre quelli ancor più prematuri sull’Ostetricia del Manzoni di Lecco, ospedale dotato anche di terapia intensiva neonatale.
Nel caso, poi, di complicazioni sopravvenute è in essere una convenzione col Manzoni di Lecco in base alla quale, neonato e mamma vengono trasferiti in quest’ultimo ospedale su apposita ambulanza proveniente da Lecco e dotata della strumentazione necessaria a fronteggiare le patologie neonatali.
La sicurezza, quindi, è già garantita, quanto più possibile, nei nostri punti nascita, e, proprio per questo Maroni ha avanzato richiesta di deroga alla loro chiusura, il 29 febbraio scorso, al Ministero della Salute.
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