Cronaca / Valchiavenna
Giovedì 28 Aprile 2016
Manutenzione delle foreste: scontro tra enti
Chiavenna: dal convegno sulla filiera del bosco è scaturito un botta e risposta tra Consorzi e tecnici.
«I consorzi forestali sono una risorsa, ma in Valchiavenna va avviato un progetto per la loro fusione in un unico soggetto». Il presidente dell’Associazione regionale consorzi forestali, Carmelino Puntel, torna sulle polemiche che hanno acceso il recente convegno organizzato dalla Comunità montana Valchiavenna per discutere di gestione dei boschi e di filiera.
Una serata costruttiva, ma animata dalla diatriba tra uno dei relatori, il tecnico forestale Matteo Pozzi e il presidente del Consorzio Forestale di Prata Camportaccio Guido Pasini. Oggetto del contendere il soggetto che sarebbe meglio deputato a gestire le manutenzioni.
A un Pozzi favorevole ad affidarsi alle imprese boschive ha risposto un Pasini strenuo difensore del ruolo dei consorzi forestali. «Innanzitutto - commenta Puntel - non possiamo non dirci amareggiati per la decisione degli organizzatori del convegno di non contattarci, preferendo altre realtà meno legate al nostro territorio. Una lacuna che reputiamo pesante. L’amico Pasini era presente tra il pubblico come uditore, non come relatore e nessuno dei consorzi forestali è stato invitato come tale. Non è stato invitato, per parlare di energia, nemmeno Walter Righini, presidente della Federazione Italiana Produttori Energie Rinnovabili e della società per il teleriscaldamento di Tirano, preferendo altri interlocutori referenti di realtà sicuramente secondarie e meno legate al territorio». Un convegno che, insomma, a Puntel non è piaciuto nel metodo. Non imputabili all’organizzazione, perché frutto di una presa di posizione personale, invece, le parole del forestale Matteo Pozzi: «Non condivido le parole di Pozzi - dice Puntel - che sostanzialmente sputa nel piatto in cui ha mangiato, visto che ha lavorato più volte con i consorzi, compreso il nostro in Alta Valle. La sua è stata una sparata senza senso, perché in questo momento occorre essere coalizzati e fare sistema. Noi con le imprese boschive abbiamo firmato un protocollo d’intesa in tal senso».
Nel merito la posizione di Puntel è abbastanza semplice: «Le imprese boschive hanno come fine il business, mentre i consorzi, pubblici o privati, non hanno questa finalità. Sono realtà che devono coesistere». Anche perché, come spiegato dallo stesso Puntel, le imprese boschive non hanno interesse a manutenere aree poco accessibili o con scarsa produttività e questo non vuol dire che le stesse non abbiano bisogno di manutenzione: «Per fare questo - conclude Puntel - tre consorzi sono troppi. Occorre una struttura più grande, in grado di avere squadre specializzate, ma per arrivare a questo gli enti pubblici devono crederci».
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