Cronaca / Valchiavenna
Sabato 30 Ottobre 2021
Mancano 50 infermieri
Reparti accorpati al Morelli
Sondalo Drastica decisione di Asst al Morelli: abbiamo 300 infermieri, ne servirebbero almeno 50 in più
La sanità ospedaliera della provincia di Sondrio è in cura dimagrante, e le “restrizioni” maggiori, si stanno producendo sul Morelli di Sondalo, dove, dopo l’esternalizzazione del Pronto soccorso, è la volta dell’accorpamento dei reparti di Riabilitazione neuromotoria ed Unità spinale, una volta fiori all’occhiello dell’offerta sanitaria sondalina, le cui prestazioni erano richieste da pazienti provenienti da tutta Italia. E che, ora, dovranno rivolgersi altrove, perché la riduzione dei posti letto da 20 a 10 per ciascun reparto, , resasi necessaria per effetto dell’assoluta carenza di personale, obbliga a contingentare gli accessi, riservandoli solo a pazienti provenienti dalla provincia di Sondrio.
Niente da fare, quindi, per i tanti che, da anni, fanno riferimento al Morelli e alla sua Unità spinale, per farsi seguire, curare, assistere, e che ora come avvenuto nei giorni scorsi da parte di Luca Chiarini, 41 anni, romagnolo, tetraplegico, atleta paralimpico di tennis tavolo, non possono che affidare ai social tutta la loro amarezza nel vedersi respingere la possibilità di visita e di cura al Morelli.
«Siamo dispiaciuti per chi non trova posto - dice Tommaso Saporito, direttore generale di Asst Valtellina e Alto Lario -, ma, noi, dobbiamo fornire una risposta innanzitutto ai bisogni del nostro territorio. Chi risiede in altre regioni può trovare valide alternative al ricovero, come i day hospital o le prestazioni ambulatoriali, più vicino a casa. Oggi, purtroppo, la situazione è questa ed è dovuta alla carenza cronica di personale, che rappresenta una vera emergenza, e ci obbliga a scelte drastiche, pur di garantire il servizio. Cinquanta infermieri equivalgono alla forza lavoro necessaria per gestire quattro reparti e se non vogliamo chiuderli, dobbiamo accorparli, riducendo i posti letto».
I 55 infermieri in meno in organico, sono infatti all’origine della riduzione da tre a due dei reparti di Riabilitazione ortopedica, Riabilitazione neuromotoria e Unità spinale. Con l’accorpamento di questi ultimi due, riuniti sullo stesso piano, forti complessivamente di 20 posti letto, la metà rispetto alla dotazione precedente. Posti letto, attualmente tutti occupati, mentre sono 17 i pazienti ricoverati in Riabilitazione ortopedica.
Il problema della carenza di personale non è nuovo, anzi. In questo caso interessa più le fila degli infermieri che dei medici.
«Ci sono poco più di 300 infermieri in servizio - precisa Asst - mentre ne servirebbero almeno 50 in più,per raggiungere il pieno organico e garantire la piena operatività di tutti i reparti del Morelli. I concorsi sono sempre aperti e c’è la possibilità di usufruire della Foresteria, ma gli infermieri non si trovano, complice un’offerta a livello nazionale che non riesce a soddisfare una domanda notevolmente cresciuta dopo la pandemia. La carenza è più contenuta a Morbegno e a Chiavenna - conclude Asst - con una decina di infermieri sotto il pieno organico per ciascuno, mentre, a Sondrio, la situazione è in equilibrio».
Nessuno arriva
Rarissimi, aggiungono da Asst, anche i trasferimenti di personale verso Sondalo, mentre sono in aumento le richieste di chi vorrebbe lasciare il Morelli. «La posizione decentrata e la mancanza del collegamento ferroviario - si ribadisce - rappresentano un deterrente per i nuovi assunti, che scelgono gli altri presidi ospedalieri, più comodi da raggiungere. E per il 2022 ci sono già dieci pensionamenti programmati».
Di ieri sera anche il grido d’allarme lanciato da Ezio Trabucchi, già fondatore del pool giuridico pro Morelli, che ha raccolto le forti preoccupazioni del personale in servizio all’ospedale, relative al funzionamento del suo Pronto soccorso. L’esternalizzazione, a loro giudizio, non è funzionale anche perché, per quanto appreso, i medici della cooperativa opererebbero in autonomia su aspetti sui quali, i colleghi in servizio a Sondalo, si attenderebbero maggiore confronto e collaborazione. Insomma, una ciambella, anche questa, secondo Trabucchi, non proprio venuta col buco.
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